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TRIESTE. Inversione di tendenza per le domande di mutuo immobiliare. Dopo anni caratterizzati da un atteggiamento decisamente prudente delle famiglie, il primo trimestre del 2024 dimostra che il trend sta cominciando a cambiare: in marzo, in Friuli Venezia Giulia, le richieste di mutuo sono aumentate del 3,8% rispetto allo stesso mese del 2023. Una ripresa ancora più accentuata in Veneto dove le domande sono cresciute addirittura del 13,3%. Incidono, in positivo, i primi abbassamenti dei tassi che nei prossimi mesi dovrebbero andare incontro a un’ulteriore riduzione e gli effetti benefici si faranno sentire anche sul mercato immobiliare, riportando equilibrio in uno scenario in cui le difficoltà di accesso ai mutui stavano creando una sproporzione tra domanda e offerta nelle locazioni, specialmente a Trieste e Udine.
A delineare lo scenario è l’ultimo studio della società bolognese Crif, punto di riferimento a livello internazionale per le informazioni creditizie. L’inversione in Italia, nel trimestre, è sintetizzata da un +1,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Se consideriamo il solo mese di marzo, la domanda di mutui nel Paese è salita del 6,9%, sintomo chiaro di una situazione di mercato più favorevole, tanto più se si pensa che nell’arco del 2023 il calo dei mutui richiesti aveva toccato il 23,8%. Rispetto ai dati nazionali il ritmo della ricrescita in Fvg è un po’ più lento (come detto +3,8% in marzo) e il cambiamento si è cominciato a vedere solo nel terzo mese, visto che gennaio e febbraio avevano fatto segnare una continuazione del calo già registrato per tutto il 2023: nel gennaio di quest’anno le domande di mutuo immobiliare erano scese del 4,4% rispetto al primo mese del 2023 e in febbraio del 3%. In Veneto, dopo un gennaio stabile, l’inversione di tendenza è cominciata in febbraio con un +6,1%. Quanto agli importi, in Fvg la media in marzo è stata di 117.776 euro, in Veneto di 139.162 euro.
«Si incominciano a vedere gli effetti della Direttiva europea Epbd (Energy performance of building directive), che ha l’obiettivo di ridurre emissioni di gas a effetto serra e consumi energetici nell’edilizia entro il 2030 – afferma Simone Capecchi, executive director di Crif –. Gli istituti di credito offrono già tassi agevolati per i nuovi mutui, siano richieste di surroga o immobili a elevata efficienza. E le previsioni fissano per giugno un abbassamento dei tassi, scenario che solleverà ulteriormente i mutuatari, riducendo la pressione e contribuendo a stabilizzare la situazione finanziaria».
«L’anno scorso la contrazione aveva toccato il 25%, ora a fronte della riduzione, pur minima, dei tassi applicati dalle banche si comincia già a vedere l’inversione di tendenza – conferma Andrea Rigonat, segretario regionale della Fisac Cgil, la federazione delle attività creditizie, finanziarie e parabancarie –. In prospettiva c’è però l’incognita delle normative europee green, che determinano incertezza sull’acquisto del tipo di casa: vale la pena investire subito su un immobile di categoria energetica superiore, ma ben più costoso? Poi, per consolidare la ripresa dei mutui, è essenziale favorire un recupero del potere d’acquisto, che in questi anni è andato sempre calando».
«Siamo rimasti positivamente colpiti da questi dati – rimarca il presidente regionale della Fiaip, Stefano Nursi –. Col ribasso dei tassi ci aspettavamo una ripresa nelle richieste di mutuo, ma da giugno in poi. In Fvg il mercato immobiliare delle compravendite sta continuando ad andare bene e anche l’andamento delle richieste di mutuo, ora, diventa confortante. Tra l’altro il calo dei tassi e la ripresa dei mutui consentiranno di riequilibrare il mercato delle locazioni perché soprattutto a Trieste e Udine chi non riusciva a comprare, non volendo contrarre il mutuo, doveva optare per una casa in affitto e la tendenza aveva provocato uno squilibrio tra domanda, altissima, e offerta. Insomma, speriamo sia iniziata una fase positiva da vari punti di vista».
«Questa risalita è sicuramente una buona notizia dopo che l’anno scorso l’aumento dei tassi aveva determinato una contrazione delle richieste di mutui, arrivate a livelli minimi – osserva Alberto Dreassi, professore di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Trieste –. Nell’immediato futuro, essendo attese riduzioni dei tassi, ciò potrebbe convincere molte altre famiglie a comprare una casa con il mutuo e la ripresa potrebbe consolidarsi. Ma per il lungo periodo fare previsioni è difficile, sono troppi i fattori: ad esempio dinamica demografica, valore del patrimonio immobiliare, reddito delle famiglie e dinamiche salariali».
Per delineare lo scenario dei mutui c’è anche il report, aggiornato ad aprile, dell’Osservatorio del Movimento difesa del cittadino Fvg che analizza l’andamento dei tassi d’interesse. Chi oggi accende un finanziamento a tasso fisso per la prima casa si ritrova un Taeg tra il 2,7% e il 2,8%, in ribasso rispetto al 3,7% del novembre 2023. Ciò equivale a un rata minore, con risparmi pari a circa 45 euro al mese per un mutuo da 100 mila euro a 30 anni, e di 66 euro al mese per un finanziamento da 140 mila a 25 anni. «Servono garanzie in favore dei cittadini che hanno acceso un finanziamento – rileva Raimondo Gabriele Englaro, presidente del Mdc Fvg – perché l’indebitamento medio in regione si attesta a 36.218 euro e il 48,4% della popolazione maggiorenne ha crediti attivi, mutui o prestiti, e il 27,8% di questa fetta ha un mutuo». —