SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Erano passate da poco le 15 di sabato, 4 maggio, quando in piazzale Girone, di fronte alle scuole elementari, uno degli storici tigli è piombato al suolo, stroncato alla base.
Caso ha voluto che l’enorme tronco sia caduto lungo l’aiuola e non sulla strada e che in quel momento le scuole fossero chiuse e scarso il traffico di auto e pedoni. Bilancio: danni a due auto parcheggiate, a un lampione stradale e alla sottostante fontanella, nonché una raffica di foto e commenti a riempire i vari profili social.
Immediato l’intervento dei vigili del fuoco del locale distaccamento, affiancati da una pattuglia dei carabinieri e della polizia locale. Prese le misure della situazione, in poco più di un’ora i pompieri hanno tagliato e rimosso i rami più sporgenti e transennato l’area a scanso di infortuni.
Il sindaco Alberto Bernava ha già disposto le misure necessarie. «Parlando con i residenti – ha detto –, pare che il tiglio abbia subito forti scossoni col vento dei giorni scorsi, ma di certo la causa principale del cedimento è un ammaloramento interno, passato inosservato, che l’ha reso debole. Abbiamo già fissato alle 10.30 di domani un sopralluogo da parte del dottore forestale Antonio De Mezzo, che valuterà la salute degli altri tigli del piazzale. Se saranno rilevate criticità, si procederà con l’abbattimento. Per quanto riguarda segnalazioni specifiche dei cittadini sullo stato di salute degli alberi, in Comune non ne sono arrivate».
Tra le prime a essere informata dell’accaduto è stata Valentina Pegorer, capogruppo in consiglio comunale di San Vito bene comune: «In un grande comune come il nostro, tenere tutto sotto controllo è doveroso, ma complesso – ha dichiarato –. Sarebbe facile speculare su una simile vicenda, come in passato chi oggi amministra San Vito era solito fare dai banchi dell’opposizione. Spero solo che quanto successo, fortunatamente senza conseguenze per le persone, non sia imputabile a una mancanza di attenzione alle segnalazioni dei cittadini: sarebbe grave, a maggior ragione per chi di ascoltare la gente ne ha fatto lo slogan in campagna elettorale».
