«Comportamenti scorretti nei miei confronti».
Corrado Dalle Sasse si è dimesso dalla presidenza del Lentiai, lasciando vacante il ruolo ricoperto dal 2018. Il direttivo dovrà andare a nuove elezioni la prossima settimana. È movimentato il finale di stagione in Sinistra Piave, al termine di un ottimo campionato culminato con una tranquilla salvezza in Prima Categoria da formazione neopromossa. Tra l’altro domani in casa si chiude la stagione contro il San Vendemiano, nell’ultimo match sul vecchio campo in erba naturale prima del via ai lavori di realizzazione del sintetico.
«Quando ho accettato di diventare presidente nel 2018», evidenzia in una missiva Dalle Sasse, «una notevole spinta me la diede il ricordo di mio padre, già numero uno neroverde. Tra le mani avevo una squadra appena scesa in Terza e piena di problemi. A fatica siamo riusciti a costruire l’ambiente, mentre il settore giovanile era avviato e ben gestito. Desideravo inoltre dare maggior visibilità alla società: per questo abbiamo proposto la presentazione pubblica in piazza, ottenendo una risposta oltre le previsioni. Nel corso della mia presidenza abbiamo anche effettuato due raccolte fondi a favore dell’Ulss 1 e di una famiglia di Borgo Valbelluna, nominato due presidenti onorari, avviato il progetto del sintetico grazie alle pressioni accolte dall’amministrazione, acquistato un nuovo trattorino rasaerba con il parziale contributo dell’indimenticabile Luisa Zornitta e rinnovato la cucina. Senza dimenticare la nascita tre anni fa in collaborazione con il Gemelle dell’LG Valbelluna. Fino al ritorno in Prima».
Fin qui, tutto bene. Sino agli ultimi mesi.
«Ho assicurato costante presenza, anche se ultimamente ho dovuto concedermi qualche occasionale pausa per motivi personali. Nonostante ciò, ho rassegnato le dimissioni. O meglio, sono stato “invitato” a dimettermi: non condividevo più lo spirito e l’atteggiamento della società in seguito a comportamenti quantomeno scorretti nei miei confronti, anche in eventi pubblici. Voglio sia comunque chiaro che ho compiuto tale passo solo per amore della squadra e della società e per evitare che sterili polemiche, pur se motivate, danneggino l’ambiente. Non mi mancherà “questo” Lentiai, bensì l’altro. Al quale, da giocatore e dirigente, ho dato il cuore. Come mio padre».
