Ore 17 di venerdì pomeriggio. Le persone sul liston si contano sulle dita di una mano. Per carità, il meteo non è dei migliori e il clima non invita alla passeggiata a sbirciare le vetrine, ma chi lavora o vive in centro sa bene quanto il cuore della città si sia svuotato negli ultimi anni. Pioggia o sole, la differenza è poca.
Lo ha evidenziato anche la consigliera di maggioranza Sandra Mella, lamentando la scarsa azione del Comune nell’organizzare eventi in grado di riportare le persone a vivere il centro. E proprio sugli eventi (che mancano) accendono l’attenzione i commercianti. «I centri storici sono in sofferenza in tutta Italia, ma qui la situazione è seria», afferma il presidente della Consulta Ascom, Christian Marchetti. «Non ci sono i bellunesi e non ci sono nemmeno i turisti, perché manca un progetto di quale tipologia di turista si vuole intercettare e attirare».
Quindi, prima di tutto, serve capire cosa si vuole fare della città. Ma, di pari passo, serve anche «un cartellone fitto di eventi. Nuovi e di qualità».
GRANDI MOSTRE
Marchetti lamenta che in città manchino «grandi eventi. L’aspetto culturale è basso, non si organizzano mai mostre di un certo livello in grado di spostare masse di turisti». Le fanno tante città, ormai. E gli appassionati di arte si muovono. Perché Belluno non riesce a viaggiare su questo binario?
«I grandi contenitori culturali sono vuoti», continua Marchetti. «E la ricetta per questa situazione la deve trovare la politica. Ad esempio, perché non si fa un’illuminazione artistica sui palazzi? Funziona, piace, e mostrerebbe le bellezze della nostra città anche a chi è solo di passaggio, così che magari sia invogliato a tornare».
INNOVARE
«Il messaggio che deve passare è che le persone devono riprendersi la città. Come? Servono più eventi, e di qualità», prosegue Marchetti. «Vanno bene le due fiere tradizionali della Madonna addolorata e per San Martino, ma superiamo i soliti mercatini di prodotti alimentari. Oppure, almeno che ci siano prodotti del nostro territorio. Servono proposte nuove per invogliare le persone a tornare in centro. Noi negozianti cerchiamo di tenere alta la qualità della nostra offerta commerciale, con merce sempre nuova, attività curate... ma il Comune deve fare la sua parte, organizzando eventi che siano da volano per l’economia».
COLLABORARE
Anche il Consorzio centro storico è convinto serva un cambio di passo. «Ma non possono essere solo i commercianti ad agire. Serve il Comune, attraverso collaborazioni», mette sul tavolo Andrea Dal Pont. «Perché non contattare la Pro loco Castionese, che fa una miriade di eventi, e chiederle di organizzare iniziative anche in centro?». Anche Dal Pont, quindi, punta sulla qualità e l’innovazione come strumenti per rilanciare la città.
E chiede al Comune uno sforzo: «Non solo dovrebbe fare da regia, ma quando qualcuno propone iniziative chiediamo che le procedure siano più snelle». È chiaro che un evento deve essere organizzato in sicurezza e rispettando le norme, ma dialogo e comprensione possono aiutare a velocizzare quella burocrazia che spesso scoraggia a promuovere eventi.
«Di qualità», ribadisce Dal Pont. Perché solo così ci potrà essere un rilancio vero del centro.
