VIGEVANO. I 59 dipendenti del reparto produzione del calzaturificio Moreschi accettano l’accordo sul licenziamento collettivo. Ieri mattina i sindacalisti hanno illustrato ai lavoratori e alle lavoratrici i termini dell’accordo raggiunto giovedì sera con il consiglio di amministrazione del fondo svizzero Hurleys Sa, che dal 2020 detiene il calzaturificio Moreschi, approvandolo all’unanimità.
L’azienda dovrà versare entro la fine di maggio tutte le mensilità che non ha pagato fino ad oggi, mentre il Tfr (trattamento di fine rapporto), i fondi integrativi, le indennità di mancato preavviso, e tutte le altre spettanze verranno pagate in due tranche, la prima pari al 30% verrà corrisposta il 30 giugno e l’altra il 14 luglio.
Il commento del sindacato
«Per quanto riguarda l’incentivo all’esodo – spiega Michele Fucci, sindacalista della Filctem Cigl – sarà di 4mila euro. Abbiamo dovuto trovare un compromesso tra i 2mila proposti dall’azienda ed i 7800 chiesti da noi, che poi sono quelli ottenuti dai 27 ex dipendenti licenziati a luglio, abbiamo accettato a fronte di un pagamento sicuro ed immediato di tutte le spettanze dei lavoratori. Poi, come già ricordato, in questo caso c’è la clausola di salvaguardia: nel caso in cui l’azienda dovesse saltare anche solo uno dei pagamenti fissati, dovrà versare l’intero importo in una volta sola e subito».
Il futuro dell’azienda
L’accordo è stato ufficialmente ratificato ieri pomeriggio con Regione Lombardia. Si chiude così uno dei capitoli più importanti della storia delle calzature vigevanesi. Il calzaturificio Moreschi non produce più a Vigevano: oggi sono partite le lettere di licenziamento per i 59 dipendenti ed i 21 rimasti, secondo quanto finora dichiarato da Guido Scalfi, legale rappresentante del fondo Hurleys SA, lavoreranno in un’altra sede – lo stabilimento di via Cararola verrà liberato entro settembre - e si occuperanno solo della logistica, del controllo qualità, del magazzino e poco altro.
Ora il marchio Moreschi è associato a Milano e, per quanto riguarda la produzione, questa avviene in diverse aziende fuori regione. Tornando ai 59 ex dipendenti, ora loro dovranno presentare la domanda di indennità mensile di disoccupazione Naspi.
Contestualmente dovranno cercare una nuova occupazione, sfruttando tutte le risorse possibili, tra cui anche lo Spazio orientamento lavoro (Sol) e del Servizio inserimenti lavorativi (Sil) del Comune, già attivati dall’assessora Marzia Segù in collaborazione con Barbara Verza di Italia Viva. Questi due servizi pubblici, con l’aiuto di una vasta rete di collaborazioni, dovrebbero fornire gli strumenti necessari per la ricerca attiva del lavoro, agendo in sinergia con gli altri enti preposti a questo tema, in primis il Centro per l’Impiego di via Boldrini. Un primo incontro c’è già stato sabato scorso cui hanno partecipato 33 dei 59 dipendenti che oggi verranno licenziati.
