POLA. Niente libertà condizionale perché la sospensione dell’esecuzione della condanna è da ritenersi non ancora maturata a causa della gravità dell’atto commesso. È quanto stabilito dal Consiglio (tre magistrati) del Tribunale regionale di Pola nei riguardi del 76enne uomo d’affari zagabrese Tomislav Horvatinčić, condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione in quanto ritenuto responsabile della tragica morte in mare dei coniugi Francesco Salpietro e Marinelda Patella.
Il controverso tycoon, personaggio assai impopolare in Croazia, era alla guida – quel fatidico agosto 2011 – del suo motoscafo, imbarcazione che urtò e scavalcò la barca a vela della coppia padovana, uccidendola all’istante, sinistro avvenuto nelle acque a sud del centro di villeggiatura dalmata di Capocesto (in croato Primošten).
Dopo avere scontato più della metà della pena inflittagli ed essendo un detenuto esemplare dal punto di vista comportamentale, Horvatincic ha chiesto di ottenere la liberazione condizionale, negatagli però dai giudici istriani e nonostante il parere positivo della direzione del penitenziario in cui sta scontando la condanna.
In questo senso va rilevato che l’imprenditore, dopo una lunghissima vicenda giudiziaria, entrò per la prima volta nel carcere zagabrese di Remetinec a metà luglio del 2021, ben dieci anni dopo quell’orribile vicenda che scosse fortemente l’opinione pubblica dalmata e croata. Horvatinčić restò a Remetinec per un mese, venendo dapprima trasferito a Lipovica e successivamente nel dicembre 2023 ad Altura, nell’immediato entroterra di Pola, dove si finisce soprattutto per pene riguardanti gli incidenti stradali. Si tratta di un penitenziario a regime aperto, che permette al suo direttore, in modo discrezionale, di concedere o meno le uscite al carcerato.
Proprio lo scorso febbraio, in occasione del suo 76esimo compleanno, Horvatinčić riuscì ad ottenere una giornata in libertà, uscendo dal penitenziario in compagnia di una donna e andando a pranzare nel rinomato ristorante polesano Boccaporta. Probabilmente reso ottimista dalle concessioni firmate dalla direzione, Horvatinčić – a poco più di due anni dall’esaurimento della condanna – ha avanzato la richiesta per la libertà condizionale, incassando però il colpo dal Consiglio del Tribunale polesano, che come già detto ha concluso che è troppo presto per concedere a Horvatinčić una simile agevolazione, avendo ucciso con la sua guida spericolata i due velisti italiani.
Ricordiamo che nei confronti del tycoon erano stati celebrati tre processi: nel primo, gli erano stati inflitti un anno e 8 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Nel secondo era stato addirittura assolto con l’attenuante (apparsa sospetta a tutti) della sincope, cioé dello svenimento improvviso proprio prima dell’impatto tra i due natanti. Nel terzo e ultimo procedimento, la tesi della sincope non era stata accolta e dunque Horvatinčić era stato condannato in via esecutiva nel marzo 2019 a 4 anni e 10 mesi, finendo in carcere quasi due anni e mezzo più tardi, dopo avere tentato in ogni modo («Sono gravemente malato», ha sempre sostenuto) di evitare il carcere.