/ MORTARA
Per l’accusa avrebbe approfittato del rapporto di amicizia con le due sorelle anziane per intascare 120mila euro circa. Per la difesa, invece, quello tra l’imputata e le ultra ottantenni era un rapporto autentico e di affetto, come tra nonna e nipote. Il processo a carico di Lavinia S., una 45enne di Mortara, dovrà stabilire la verità giudiziaria. La donna è sotto accusa davanti alla giudice Luisella Perulli per circonvenzione di incapace.
Ieri mattina nell’udienza in tribunale sono stati sentiti diversi testimoni, a cominciare dai cugini delle due sorelle, unici parenti, e il loro medico curante.
La denuncia
A fare denuncia è stata una delle due sorelle, l’unica ancora in vita (oggi ha 90 anni). Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, la 45enne e le due anziane (che vivevano nella stessa casa dopo la morte di altre due sorelle) si erano conosciute nel 2016, durante la compravendita di un materasso, visto che l’imputata faceva la rappresentante.
Da quel momento l’imputata e le due sorelle anziane hanno un rapporto frequente. La 45enne le accompagna a fare la spesa e gestisce le piccole incombenze quotidiane, come il pagamento di bollette. «Ogni volta che chiamavo a casa, mi dicevano che erano a posto, che c’era questa amica che le aiutava – ha raccontato in aula la cugina delle due vittime –. Erano molto riservate, non parlavano tanto e noi familiari non abbiamo approfondito». Fino a che la situazione cambia.
le bollette non pagate
Nel 2019 la sorella più anziana muore. In questo stesso periodo in casa della sorella rimasta cominciano ad esserci problemi con l’erogazione di energia elettrica. Si scopre che le bollette non sono state pagate. Di questa incombenza si occupava spesso la 45enne, nei confronti della quale parte subito la denuncia. A presentarla è la donna oggi 90enne, parte civile con l’avvocato Alessandro Teto.
le indagini
Gli accertamenti portano alla luce alcuni prelievi dai conti correnti delle due sorelle. Prelievi spesso fatti in contanti. In alcuni casi la 45enne avrebbe accompagnato una delle sorelle in banca, a prelevare. Tra le verifiche emerge anche l’acquisto di un’automobile. «Era un rapporto come tra due nonne e una nipote», ha spiegato la mamma dell’imputata. Per difesa, sostenuta dall’avvocato Simone Pittavino, non ci fu alcuna circonvenzione. —
