Lui non è più un ragazzino, lei aveva meno di 14 anni. Tra i due c’è stato senz’altro un rapporto sessuale completo, che dopo la querela presentata dai genitori della ragazzina è costato all’uomo un patteggiamento a due anni di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) per atti sessuali con minore. Non ci sarebbe stata alcuna costrizione, ma con una giovanissima di 13 anni e 11 mesi non si può parlare di sesso consenziente. Secondo l’articolo 609 quater del Codice Penale, il consenso della persona che ha meno di 14 anni, in casi come questo è del tutto irrilevante. In altre parole, il minore di 14 anni è considerato ancora immaturo, di conseguenza incapace di disporre consapevolmente del proprio corpo.
I due si erano conosciuti in un paese della Sinistra Piave ed erano entrati in confidenza. Addirittura fino al punto di avere un rapporto sessuale completo, che l’uomo non ha mai negato. Non deve essersi mai preoccupato ell’età della ragazzina, o forse non ha mai pensato che quell’intimità fosse illegale per la legge italiana.
Impossibile che la denuncia querela sia stata presentata dalla minore, più probabile che si sia confidata con la madre o con il padre e da lì sia scattata l’azione finita in tribunale; ma questo aspetto è rimasto al riparo prima della sala delle audizioni protette della Procura e poi della camera di consiglio del Tribunale dove è stato trovato un accordo sul patteggiamento.
L’uomo ha avuto bisogno dell’assistenza dell’avvocato di fiducia Alvise Antinucci, che alla fine delle indagini preliminari non è che avesse grandi alternative, sul piano processuale. Il suo assistito ha sempre ammesso le proprie responsabilità, quindi ha concordato con il pubblico ministero titolare del fascicolo, Roberta Gallego, due anni di reclusione con pena sospesa, dopo un inevitabile risarcimento dei danni. La pena è stata applicata ieri mattina, in un incontro a porte chiuse, dal giudice per le udienze preliminari Elisabetta Scolozzi.
