A prescindere da ogni commento di merito su una decisione assai poco comprensibile, è a dir poco singolare che a 24 ore da Trento-Mantova non ci sia ancora una comunicazione ufficiale sul divieto per i tifosi biancorossi di assistere al match. In via ufficiosa è ormai certo il “no” alla trasferta, ma il silenzio (l’ufficialità arriverà venerdì 22 marzo) non fa che accrescere la tensione. Tanti tifosi partiranno lo stesso, anche se l’Acm prova a fermarli.
Il presidente del Mantova Filippo Piccoli si rivolge così ai tifosi: «Questo è un momento di profonda delusione, sentimento che voglio condividere con tutti i componenti di questo Mantova. Il cammino sul campo che da luglio ci ha portato fin qui lo abbiamo vissuto sempre fianco a fianco con i nostri tifosi. Ci sarebbe piaciuto farlo anche a Trento. Semplicemente questo. Apprendo ufficiosamente del divieto di trasferta, dispiaciuto principalmente del fatto che uno stadio privo del calore del pubblico o di parte di esso, indipendentemente dal colore della propria fede calcistica, non è mai una bella cosa. Adesso però non è tempo delle contestazioni, ma al contrario della responsabilità. Invito i tifosi a un comportamento responsabile, indipendentemente dalle decisioni che sono state assunte e che verranno assunte. La stagione sta entrando nella fase clou, abbiamo bisogno di tutti per continuare a inseguire un sogno, senza disperdere inutilmente forze ed energie. Società, squadra e staff sentiranno la vicinanza della propria gente comunque, siatene certi. Siamo tutt'uno, avanti insieme. Forza Mantova!».
Christian Botturi aggiunge: «Venite venerdì alle 17 alla partenza della squadra e aspettateci sabato alle 18.30-19 al ritorno al Martelli, faremo l’aperitivo insieme. Fate un respiro profondo e riflettete, non serve veniate a Trento, la vostra vicinanza la sentiamo sempre ma non dobbiamo inciampare in tranelli».
Ma gli appelli non sembrano funzionare. Il Centro di Coordinamento ha disdetto 3 pullman già pieni ma conferma l’invito ai tifosi a fare «una gita a Trento».
Resta poi l’appello pubblicato dagli Ultras, che invitano i tifosi a partire per Trento, promettendo «troveremo un’alternativa al settore ospiti per seguire e sostenere la squadra».
Il rischio è che a Trento ci siano centinaia di mantovani all’esterno dello stadio anziché 500 nel settore ospiti: a naso, non una grande idea. Fa sentire la sua voce anche il capo storico della Te, Massimo Marchetti: «È un’assurdità, a Trento siamo stati tante volte e non è mai successo nulla che possa giustificare una decisione del genere. A me sembra incapacità di gestire l’ordine pubblico, di fronte a 500 tifosi che vogliono soltanto vedere il Mantova e non hanno nessuna intenzione di incorrere in denunce o guai. Io a Trento ci andrò e invito tutti i ragazzi a venire. Magari andremo al museo, in chiesa o a bere una birra, da liberi cittadini che non sottostanno a imposizioni ingiuste calate dall’alto».
