Per due indagati, oltre alla rapina, c’è anche il tentato omicidio dell’imprenditore colpito da una pallottola a Rupinpiccolo
TRIESTE Il sostituto procuratore Lucia Baldovin ha chiesto il rinvio a giudizio per otto indagati accusati di aver preso parte, a vario titolo, alle azioni della banda dei Rolex che ha imperversato per mesi mettendo a segno rapine clamorose, con episodi drammatici come l’aggressione a Rupinpiccolo del 16 gennaio 2023 in cui uno dei malviventi, per sottrarre il prezioso orologio, aveva esploso un colpo di pistola che aveva raggiunto al collo un imprenditore triestino 66enne rimasto gravemente ferito.
È il risultato del lungo lavoro investigativo in cui sono stati impegnati Procura e Polizia di Stato.
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Nel territorio di Trieste cinque rapine e due tentate rapine sono da attribuire, secondo l’accusa, alla banda. E per l’aggressione a Rupinpiccolo la Procura ipotizza a carico di due indagati anche il concorso in tentato omicidio. L’udienza preliminare è stata fissata per il 12 aprile davanti al giudice Alessio Tassan e non è escluso che in quella occasione arrivino richieste di riti alternativi.
Sette indagati sono attualmente detenuti, ai domiciliari o in carcere. Risulta ancora irreperibile l’albanese Kristjan Lumaj.
Gli altri indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono Letizia Alaimo, 37enne residente a Trieste difesa dagli avvocati Antonio Santoro e Antonio Baici, il ventenne Bion Elshani, nato in Svizzera e attualmente residente in Friuli, difeso dall’avvocato Mauro Serpico, il 39enne Agron Ndoci, albanese residente a Calcinato, in provincia di Brescia, difeso dall’avvocato Enrico Miscia, il 38enne Eugenio Spina, attualmente residente in svizzera e difeso dall’avvocato Ottavino Maria Riggio, il 28enne albanese Marlin Kalaj, difeso dall’avvocato Melissa Stefanacci, il 23enne albanese Klevis Lusha, difeso dall’avvocato Stefania Fiorentini e David Kalaj, 29enne albanese difeso dagli avvocati Massimo Azzolina e Vincenzo Fasano.
Il ruolo della triestina Alaimo, secondo la ricostruzione accusatoria, non era mai quello di partecipare materialmente alle rapine, ma consisteva nel contribuire all’organizzazione dei colpi, nell’accompagnare sul posto i complici, sia quando si consumava il reato, sia nei giorni precedenti, quelli in cui venivano effettuati i “sopralluoghi”.
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A Trieste la prima rapina risale al 23 dicembre 2021. Gli accusati, in concorso, sono Lumaj, Lusha e Alaimo: un uomo era stato minacciato con la pistola e aveva dovuto consegnare un Rolex del valore di 45 mila euro e una somma di denaro di 2.500 euro.
Il 5 febbraio 2022 era avvenuta una tentata rapina in un’abitazione di Trieste per la quale sono accusati Lumaj, Ndoci, David Kalaj e Marlin Kalaj.
Ndoci e Lumaj sono accusati poi di una rapina avvenuta il 4 marzo 2022 sempre a Trieste: al rapinato, che era assieme alla compagna, era stato portato via un Rolex da 30 mila euro ed era stato colpito in testa riportando lesioni guaribili in 14 giorni.
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Il solo Lumaj è accusato di una rapina ai danni di un tassista il 26 maggio 2022: minacciandolo con la pistola, gli aveva sottratto l’orologio e 150 euro.
Il 28 giugno 2022, ad Aurisina, era avvenuta una tentata rapina di cui sono accusati, nei rispettivi ruoli Lumaj e Alaimo.
Era invece andato a buon fine, per i rapinatori, il blitz avvenuto il 30 settembre 2022 a Trieste: per la Procura c’erano Lumaj, Elshani e Alaimo e alla vittima erano stati sottratti Rolex, cellulare e chiavi.
E arriviamo all’episodio più grave, quello a Rupinpiccolo, di cui sono accusati Lumaj, armato di pistola, e Alaimo, sempre con il compito di contribuire a organizzare il colpo e di accompagnare il complice.