Saluta il mondo dei partiti, Forza Italia e alleati, per cui a fasi alterne per 25 anni ha gestito incarichi politici, e si candida a sindaco da “libera battitrice”, con un gruppo di persone della società civile.
«Una vera lista civica, che parta dalla gente e dalle cose che fanno per la comunità, che si impegni per il territorio senza rispondere a logiche di partito». E in due settimane, incredula lei stessa, ha coinvolto 20 persone: «Avrò il problema delle quote azzurre» chiosa, perché le caratteristiche ricercate di concretezza e sensibilità le ha trovate in molte donne, in grande maggioranza nella lista che sta formando.
Laura Bianchini 52 anni, avvocato con studio avviato a Mantova, madre di due ragazze ora all’università, fino al 2014 nei banchi del consiglio, per dieci anni amministratrice di un ente regionale e presidente di una fondazione, ora esponente in cda di una istituzione bancaria, parla della sua scommessa per le elezioni di giugno.
«I partiti della coalizione mi hanno cercata ma rischiano di presentarsi separati»: così, da invitata, si rende protagonista. «Faccio parte di quella generazione che ha vissuto l’orgoglio di appartenere a Porto Mantovano, che era un’eccellenza che assicurava un’elevata qualità della vita. Ora lo si percepisce come luogo in declino, a partire dal patrimonio pubblico. Certo, le risorse non sono più quelle di un tempo ma proprio per questo occorre una visione più consapevole da parte di chi le deve gestire».
Una visione extra partiti: «Vado oltre le logiche partitiche, c’è chi, come me, soffre questo declino e può dare un contributo. Le ho cercate e trovate tra chi sta facendo qualcosa per la comunità: nello sport, nei quartieri, nella parrocchia, nelle famiglie, molti sono più giovani di me, alcuni hanno competenze tecniche, tutti aspirano a dare un contributo al futuro».
Obiettivi e nome della lista saranno decisi a breve ma Bianchini anticipa: «Penso alla conciliazione tra famiglia e lavoro: i nidi gratuiti ad esempio». E un pensiero al volontariato: «Oggi si fa carico dei bisogni della comunità, il pubblico deve sostenerlo». Conta sull’effetto Meloni, Schlein, Todde? «Non penso sia una moda – replica - si è presa consapevolezza che le donne hanno una visione della realtà più vicina ai bisogni dei cittadini».