Solo uno scambio clamoroso di buste potrà togliere a Oppenheimer l’Oscar 2024 per il miglior film. Tredici le nomination per il biopic di Christopher Nolan che ha tenuto botta in sala e per mesi al glamour fluorescente di Barbie e ha sostanzialmente trionfato al box office, raccogliendo anche un ragguardevole consenso della critica. Sembrano quindi momentaneamente ai box le premiazioni Oscar spiazzanti modello Moonlight (2016) o CODA (2021), ma anche solo quelle piazzate ultrapop alla Everything everywhere all at once dell’anno scorso (chi se lo ricorda più questo film?).
Il terzo film di Nolan candidato alla statuetta – Oppenheimer del resto ha già tutto quello che serve per vincere come Miglior film: l’aspetto politico devastante e attualissimo (senso e uso dell’atomica); le stigmate spettacolari e inappuntabili del kolossal autoriale (magari non è Titanic ma siamo comunque da quelle parti); un cast liberal e popolare da far tremare le vene ai polsi. È la terza volta che un film diretto da Nolan finisce nelle nomination da dieci candidati (è dal 2009 che accade): Inception, Dunkirk e ora appunto Oppenheimer.
I rivali – Le uniche insidie a Nolan&co. potrebbero arrivare da Povere creature!, l’adattamento fantasy/fantascientifico di Yorgos Lanthimos del romanzo di Alasdair Gray. Produzione ringalluzzita dall’infornata dei premi “sdoppiati” dei Golden Globe: miglior film-musical/commedia e attrice musical/commedia per Emma Stone. Stesso discorso per The Holdovers. Il primo film di Alexander Payne da Downsizing (2017), sorta di nostalgico ritorno ai drammi degli anni ’70 modello Hal Ashby che, grazie alle dosi giuste di malinconia e improvvise risate di pancia, è diventato un film intrinsecamente ricco e umano, apprezzato da pubblico e critica, come del resto l’interpretazione dello scostante professore protagonista, interpretato da Paul Giamatti, unica possibile insidia anche all’Oscar per il miglior attore contro il favorito Cillian Muprhy nel doppio confronto con Oppenheimer. Non avrebbe molto senso nemmeno puntare qualche fiche su Killers of flower moon di Martin Scorsese. Lanciatissimo dopo una buona uscita tardo autunnale, ma schiantatosi sul muro dei Globe, difficilmente il film storico sullo stermino volontario massonico bianco sui ricchi pellerossa della tribù degli Osage negli anni venti arriverà nelle votazioni oltre il sesto, quinto posto, accontentandosi comunque di un Oscar a Lily Gladstone come miglior attrice.
Bye bye Barbie – Su Barbie Oscar come miglior film 2024 cos’altro possiamo ancora dire? Nulla. Perché di per sé, anche chi ha amato il film, sa che siamo al confine tra la sciocchezza e l’imbroglio. Quindi tante grazie per la partecipazione ed urrà per Greta Gerwig e Margot Robbie, ma la prestigiosa statuetta dorata non è oggetto paragonabile alla dimensione ludica della bambolina Mattel, che è poi lo spessore intellettuale dell’intero film. Semmai antenne tese su Anatomia di una caduta. Il film della regista Justine Triet, palma d’oro a Cannes 2023, con quella sua acuta e robusta piega femminista, potrebbe essere l’unica vera carta jolly per mettere da parte Oppenheimer, in chiave premio “politico” e minimale di riserva, come lo furono Green Book nel 2015 e Spotlight nel 2018. Chiudono la lista dei titoli candidati all’Oscar come miglior film, nell’elenco sbrodolato e inutile di dieci: America Fiction, Past Lives, Maestro e La zona d’interesse.
L'articolo Oscar 2024, solo uno scambio clamoroso di buste potrà togliere ad Oppenheimer. A insidiare il film di Nolan il francese Anatomia di una caduta proviene da Il Fatto Quotidiano.