Intervista all’esterno offensivo biancorosso: «So che devo migliorare per concretizzare di più. Il futuro? Vi assicuro che nella testa ho solo l’Acm
È stato il primo volto nuovo del Mantova 2023/24, quando ancora non c'era la certezza matematica della riammissione in serie C. Antonio Fiori, romagnolo di Ravenna, da qualche giorno ha compiuto 21 anni e la sua escalation in questi mesi è stata parallela a quella della squadra biancorossa. Sei gol, quattro assist e tanti taccuini di osservatori e addetti ai lavori di squadre di categorie superiore riempiti con le sue caratteristiche tecnico-tattiche. Ma lui alle parole preferisce i fatti e adesso guarda solo con fiducia al caldo finale di stagione.
Fiori, dalle giovanili di Cesena e Spal al Vastogirardi in D. Poi cosa è successo?
«Devo ringraziare il direttore tecnico Botturi ed il suo scouting che dopo avermi seguito la stagione scorsa mi hanno proposto questa esperienza. Erano i primi di luglio, il Mantova di fatto era in serie D ma non ci ho pensato un attimo. Non c'ero mai stato però conoscevo la piazza ed ero convinto che sarebbe stata una grande opportunità da cogliere. Mi sono trovato subito benissimo e questa stagione è scivolata via tra tantissime cose positive. Mie personali e di squadra».
Preferisce parlare di sorpresa o di consacrazione?
«Non so, la speranza di fare bene c'è sempre, di certo in questa stagione mi sento cresciuto molto. In particolare nella parte offensiva, nell'uno contro uno, grazie ai consigli del mister che sprona sempre noi attaccanti a dare il meglio pur lasciandoci liberi di scegliere la soluzione che sentiamo giusta. Anche i compagni più esperti aiutano noi ragazzi più giovani a maturare in campo e fuori. Ovvio che devo ancora migliorare tantissimo, su questo non ci sono dubbi».
Nello specifico?
«Ho fatto sei gol, che è il mio record personale, ma so che sotto porta devo fare meglio. Mi piacerebbe arrivare in doppia cifra ma più per la squadra che per me. Anche nei cross devo crescere molto, come pure nelle scelte quando sono al limite dell'area. Il mio obiettivo è di crescere ancora in queste ultime dieci gare, soprattutto per il bene del Mantova».
Stiamo entrando nella fase decisiva del campionato. Come la state vivendo all'interno del gruppo?
«Siamo consapevoli che ci stiamo giocando qualcosa di importante, che non voglio nemmeno nominare. Contemporaneamente però devo dire che siamo anche tranquilli e sereni, la pressione e la tensione riusciamo a tenerla lontana. Il capitano ed il mister, con la loro esperienza, ci aiutano a stemperare ed a concentrarci al massimo solo sulla partita che deve arrivare. Una per volta. Lasciando da parte il Padova».
Sabato si va a Vercelli, altro campo in sintetico.
«Il campo non è un problema, lo abbiamo dimostrato anche a Novara. Tutte le gare sono difficili da qui alla fine, lo sappiamo benissimo. Rispettiamo la Pro Vercelli ma noi dobbiamo cercare di fare bene le cose che abbiamo preparato. Trovando gli spazi per costruirci le occasioni ed essendo bravi poi a capitalizzarle».
Il suo nome inizia ad essere accostato a squadre di categoria superiore. Cosa si sente di dire?
«Da una parte fa piacere perché significa che stai lavorando bene. Dall'altra vi garantisco che queste cose non mi distraggono: nella mia testa c'è solo il Mantova ed i suoi obiettivi. Io sono estremamente grato a questa società, sto molto bene qui ed ho un contratto di tre anni».
