Il team del giovane fenomeno Holger Rune è da sempre parte dei dubbi del genere umano. Chi? Dove? Quando (verrà licenziato)? Come? Perché? Una sicurezza, però, c’è sempre stata: sua madre, Aneke Rune, mai scomparsa dal suo angolo, in quanto manager e addetto stampa. Oltre che incredibile tifosa, ovviamente.
Il 7 febbraio, tuttavia, la famiglia danese ha annunciato un cambio improvviso nell’ufficio stampa del ragazzo: anche la mamma è fuori, tempo di diventare grandi e unirsi al team di IMG. Il gruppo è fra i più solidi e ricercati del settore, ma su questo non c’erano dubbi. Per Holger, solo il meglio. Cosi vuole la mamma.
“Holger non è più un piccolo chiosco, ma una vera e propria azienda – dice Aneke – e richiede più tempo. In realtà mi piace. Ora posso sedermi in pace e tranquillità per lavorare sulla panoramica generale. Adesso l’immagine è gestita da IMG, posso dedicarmi a tutto il resto”. Le sue prima parole prima di concedersi nella lunga intervista al quotidiano danese B.T.
Questo è certo, Holger Rune è una vera e propria azienda. E non una di quelle piccole, da medio imprenditore. Ma un impero, e in quanto tale va gestito al meglio sotto ogni punto di vista. Resta da capire se la decisione sia maturata da Holger stesso o, se anche in questo, la madre abbia mosso le proprie idee. Da sempre la sua figura è stata fondamentale per il figlio, spesso forse troppo: “Non è stata una decisione presa all’improvviso. A fine 2023 gli ho detto di andare ad Oslo e Rotterdam senza di me, lo vedevo tranquillo. Dopo l’Olanda, mi chiedeva “Non vieni in Messico? È tanto che non ci vediamo”. Ma gli dicevo che in 24 ore avrei potuto essere li. Questo gli dava un senso di sicurezza”. Parole che dimostrano un grande attaccamento del figlio nei confronti della madre.
Per lui è da sempre una certezza, e perdere le certezze è la cosa più dolorosa. Che il periodo negativo dipenda, anche, da questo? Da uno smarrimento in una dimensione privata della cosa più concreta per lui? Certo è, che a 21 anni ci si potrebbe aspettar maggior capacità di adattamento per un ragazzo da sempre abituato al “mondo dei grandi”, da sempre sotto le luci dei riflettori. Proprio su questo si base la scelta della mamma di non ritirarsi già a fine anno scorso, periodo in cui le vittorie erano iniziate a mancare: “Era tutto troppo caotico, gli serviva stabilità”.
“Mi era mancato essere madre, forse a volte sono stata troppo manager. Anche se ad alcuni, dall’esterno, sembrava ci fosse troppa madre, ma non è così. Ora abbiamo la relazione che avevamo prima, e mi piace”. Di certo la gestione del rapporto lavorativo fra madre e figlio non dev’essere semplice. Come separare le due cose? Come lei stessa afferma, a volte si corre il rischio di esagerare in un uno dei due ruoli, smarrendo l’altra parte di rapporto. Ora hanno la possibilità di tornare a vivere la tranquillità madre-figlio, forse è ciò che conta.
In ogni caso, Aneke per adesso continua e continuerà ad avere un ruolo nella squadra. Non accompagnerà più ovunque il proprio pargolo, ma non smette di lavorare: “Sono responsabile di molte cose, a volte resto sveglia fino alle 3 del mattino. Ma non è stressante, mi piace. Non avrò mai una vita tranquilla, sono fatta cosi”. Questo, forse, lo avevamo intuito anche noi.
Roman Bongiorno