TRIESTE I lavoratori di Wärtsilä Italia hanno approvato in assemblea il contratto di solidarietà stipulato da azienda e sindacati. La riunione si è tenuta come sempre sia dal vivo che da remoto, permettendo la partecipazione dei dipendenti in smart working. Le caratteristiche della cassa integrazione non hanno sollevato nessuna voce contraria nel corso del confronto e pertanto i sindacati non hanno ritenuto necessario mettere ai voti l’intesa.
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La cassa entrerà in funzione da giovedì 3 agosto per 299 lavoratori coinvolti nella produzione di motori e generatori elettrici, fermatasi del tutto dall’inizio di giugno. I dipendenti interessati staranno a casa per l’80% del monte ore settimanale. Nella trattativa di lunedì Wärtsilä si è impegnata ad aggiungere 300 euro lordi al mese alla retribuzione decurtata, mentre la Regione incrementerà il trattamento economico con altri 3 euro lordi per ciascuna ora di non lavoro.
«C’è la piena condivisione da parte dei lavoratori e questo ci conforta», dice il rappresentante Rsu Fabio Kanidisek. Il sindacalista Fim racconta che «lunedì è stata una giornata molto impegnativa, in cui abbiamo sfiorato la rottura, non per scelta sindacale. L’accordo è stato portato a casa grazie alla responsabilità dei sindacati, che hanno accettato di fare una verifica preliminare sulla cassa prima di firmare l’addendum. L’accordo raggiunto dà risposte sulla dignità anche economica delle persone».
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I sindacati avevano chiesto all’azienda di far partire la cigs dopo le ferie collettive di agosto, ma Wärtsilä ha deciso di attivarla da subito: «L’azienda italiana si è allineata agli ordini finlandesi, nonostante si fosse impegnata diversamente in modo informale», mastica amaro Kanidisek. Ma più che al presente si pensa al futuro: il responsabile triestino della Fim Cisl Alessandro Gavagnin apprezza «il cambio di atteggiamento del governo: speriamo sia di buon auspicio per una trattativa seria e reale con Wärtsilä, che ci auguriamo continui a essere parte attiva nella cessione del sito».
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La Fiom Cgil sottolinea con il segretario provinciale Marco Relli che «la manifestazione d’interessi è un elemento sicuramente positivo: parliamo di una multinazionale molto seria e di una grande azienda di Stato. Il succo lo avremo però a settembre, quando contiamo di vedere un piano industriale e capire quale delle due società guiderà concretamente l’operazione. Ansaldo non significa assistenzialismo ma industria produttiva di Stato». Secondo Relli, «il governo ha messo la sua garanzia, ma il futuro è da verificare e non possiamo ancora volare alto. Certo è che, rispetto al nulla o a una startup come H2Energy, è cambiato il mondo. Bisogna tuttavia capire quali saranno le attività e come i nuovi soggetti conviveranno nello stabilimento con le attività del service Wärtsilä che rimarranno a Trieste».
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Il delegato Rsu della Fiom Andrea Dellapietra ringrazia «governo e Regione che hanno raggiunto un risultato, mentre Wärtsilä ci aveva proposto di fare cruscotti di plastica. Sulla data di inizio della cassa l’azienda ha cambiato idea con una comunicazione improvvisa che ha creato disagi e malumore tra i lavoratori».
Il segretario provinciale della Uilm Antonio Rodà dice che «la sensazione derivante dagli interventi dei lavoratori in assemblea è che il lavoro svolto dai sindacati sia stato capito e questo ci conforta sul fatto che stiamo procedendo sulla strada giusta. Ora aspettiamo la fine di settembre per andare a vedere nel dettaglio il piano di Mitsubishi e Ansaldo. Tutti hanno grandi aspettative, ma ricordo che c’è molta preoccupazione sul piano per chi resterà in Wärtsilä: un confronto in sede regionale era cominciato e presto dovrà proseguire». —
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