Il video dell’omicidio non è chiaro. Mentre sarebbero evidenti le cause della morte. Le immagini della telecamera montata di fronte alla stazione ferroviaria di Alano Fener sono buie e sgranate.
Ma soprattutto non riprendono il momento in cui, alle 23.15 di sabato 6 maggio, Antonio Costa viene accoltellato mortalmente, durante la festa latinoamericana al Kangur bar. Quella fase è fuori inquadratura e questo non aiuta le indagini del sostituto procuratore Alberto Primavera.
Il filmato estrapolato dal comandante della Polizia locale alanese Luca Magnani è già nelle mani di uno specialista, in grado di migliorarne la qualità, per il resto la magistratura deve per forza affidarsi alle testimonianze raccolte nell’immediatezza dei fatti dai carabinieri della Compagnia di Feltre.
E sull’accertamento dattiloscopico, necessario a individuare sul manico dell’arma del delitto le impronte digitali del proprietario Costa e del principale indagato Pedro Livert Dominguez. Che è accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi, anche perché dopo aver disarmato Costa e averlo colpito, a suo dire, in maniera del tutto accidentale ha aiutato i militari a ritrovare la lama nella zona della ferrovia. L’aveva buttata lontano, per evitare di essere a sua volta colpito e se n’era andato a casa, senza sapere che Costa aveva perso la vita.
Il 46enne dominicano è sospettato di essere l’esecutore materiale ed è difeso dall’avvocato Giorgio Gasperin, ma è indagato per omicidio volontario in concorso anche il connazionale Junior Cedano Sanchez, che risultava in qualche modo coinvolto nella vicenda, essendo il padre del fidanzato della 17enne, che sarebbe stata palpeggiata da Costa, durante la serata.
È questo il detonatore della lite, che ha portato fino alla colluttazione fatale. L’uomo è difeso dagli avvocati Mauro Gasperin e Monica Azzalini e, a differenza di Dominguez, è a piede libero. Non è sottoposto ad alcuna misura: può andare al lavoro e fare una vita normale.
Lunedì mattina il medico legale Antonello Cirnelli ha assunto l’incarico per l’autopsia, eseguendola poi nell’obitorio dell’ospedale San Martino. Primavera gli ha chiesto di stabilire ora e cause del decesso; le modalità con cui è avvenuto; la posizione dell’aggressore della vittima e la rilevanza delle prime manovre di soccorso.
Le prime cure a Costa sono state portate da uno dei partecipanti alla festa, che in seconda battuta è stato raggiunto da un’altra persona, che avrebbe fatto sedere Costa su una seggiola. I due volevano solo aiutarlo e, naturalmente, non sono e non saranno indagati. All’esame autoptico hanno partecipato i consulenti di parte Quaranta per Dominguez e Cavagnoli per Sanchez. Colpito da un unico fendente al petto, Antonio Costa è deceduto per le gravi lesioni riportati a organi vitali e la pesante emorragia interna.
Ma Cirnelli si è riservato tre mesi per consegnare la consulenza al magistrato, solo in quel momento il quadro sarà più delineato.
