Si era fatto le vacanze a sbafo a Londra e, un paio di mesi dopo, aveva avuto il coraggio di ripresentarsi all’agenzia di viaggi che ancora attendeva il saldo del conto precedente, pretendendo una nuova prenotazione, questa volta per un soggiorno a Parigi.
Matteo Buriollo, 43 anni, originario di San Donà di Piave e residente a Lignano, ha colpito ancora, confermando la propria fama di “re” delle truffe a Nord-Est. Ma finendo così per collezionare una nuova condanna.
A infliggergliela, ieri, è stato il giudice monocratico del tribunale di Udine, Carla Missera: 1 anno e 15 giorni di reclusione e 500 euro di multa. Tanto quanto chiesto dal pm onorario, Fulvia Bison, al termine del processo che lo vedeva appunto accusato di truffa, in concorso con Plinio Daneluzzi, 67 anni, di Gruaro (la sua posizione è stata stralciata a seguito della richiesta di ammissione alla messa alla prova presentata dalla difesa).
È stato in particolare il legale di parte civile, avvocato Helga Parisi, a ricostruire le tappe della vicenda.
I fatti si svolgono in due tempi. Nell’agosto del 2019, Buriollo va a Londra a spese dell’agenzia di viaggi: volo e hotel, per complessivi 2.840 euro. Il successivo 4 ottobre, la ricontatta e chiede di trovargli un volo e una sistemazione nella capitale francese.
Ma la tour operator, memore del debito, prende tempo: prima di procedere, attende i soldi che ancora le deve. Sei giorni dopo Buriollo torna alla carica, peraltro moltiplicando per cinque il numero dei viaggiatori. Il conto è di 11.256,50 euro.
L’agenzia gli ricorda nuovamente il debito e lui le fa inviare via mail da Daneluzzi copia del presunto bonifico che dice di avere effettuato. Il bonifico, però, non si apre.
La commedia tocca l’apice il pomeriggio del giorno successivo, quando Buriollo si reca in agenzia, telefona a Daneluzzi e mette in viva voce la conversazione: parla di «centomila euro arrivati sul proprio conto» e l’altro gli risponde che «è tutto a posto: ho chiamato la banca della signora e bisogna solo attendere i flussi bancari».
Rassicurata, la titolare dell’agenzia procede con la prenotazione, anche se, per prudenza, dei soli biglietti aerei: tutti in business class, visto lo scarso margine di tempo rimasto. Per un totale di 3.859,33 euro: soldi che, sommati a quelli spesi per Londra, in realtà non le saranno mai versati.
Nel proporre una versione dei fatti evidentemente diversa, il difensore d’ufficio, avvocato Andrea Jacopo Persello (in aula in sostituzione del collega Paolo Persello), aveva concluso per l’assoluzione, quantomeno con la formula del dubbio.