Dopo decine di aggressioni al personale di bordo e relative denunce fatte dalla Mom, in tribunale ora scenderà in campo anche l’amministrazione comunale. Dopo l’ennesima violenza avvenuta sabato alla stazione delle corriere Mom di Lungosile Mattei (un autista aggredito da un ragazzo per un biglietto falso, 30 bulli a incitarlo) il Comune di Treviso ha deciso di cambiare linea e mettere in campo i legali per costituirsi parte civile in tutti i procedimenti che verranno aperti d’ora in avanti contro i responsabili «di veri atti di inciviltà» ha detto lunedì 13 febbraio il sindaco Conte.
Il pericolo vissuto dagli autisti e dal personale Mom è «praticamente quotidiano», come ha testimoniato anche l’autista vittima della violenza di un mese fa circa. Una situazione che pesa sulla serenità del personale e sta mandando su tutte le furie la società, stanca di «avere a che fare con maleducazione dilagante, soprusi, arroganza».
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Il presidente Mom Giacomo Colladon si è sfogato più volte e ieri ha voluto sottolineare: «Nei prossimi giorni incontrerò comunque il questore, ed anche il prefetto è informato della situazione. Come azienda ci teniamo a sottolineare che abbiamo fatto notevoli sforzi per garantire la sicurezza a bordo, grazie a tecnologie come il “Panic button” e la video sorveglianza attivata anche tramite accordi di collaborazione con le forze dell’ordine».
Ma a quanto pare gli sforzi non bastano a tenere a bada quelli che possono definirsi «malviventi», anche giovanissimi. «Continueremo a lavorare in questa direzione» dice Colladon, «per salvaguardare sia i nostri lavoratori sia l’utenza che sceglie il trasporto pubblico locale», ma intanto si andrà dal questore a mettere in fila i dati e i numeri per capire come reagire ad eventi «sporadici», sottolinea il presidente, ma fastidiosi.
Al confronto parteciperà anche il sindaco di Treviso Mario Conte che ieri, nel manifestare solidarietà alla società e a tutto il suo personale, ha annunciato anche un “cambio di passo”: «Chi si rende responsabile di gesti simili, oltre ad agire con violenza che condanniamo in modo assoluto, danneggia la società e direttamente la città, la cui immagine viene penalizzata. È tempo di finirla. Ci costituiremo parte civile nei procedimenti contro gli aggressori» dice il sindaco, «e chiederemo i danni».
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L’attendismo che nei mesi passati aveva contraddistinto la possibilità di agire in sede giudiziaria è venuto meno. «Non è possibile più tollerare, non siamo nel Far West. E visto che la maggior parte degli aggressori sono giovani se non giovanissimi» chiosa Conte, «questo lo dico anche all’indirizzo dei genitori: sono responsabili».
Sabato, poco dopo pranzo, dalla stazione erano partite le pattuglie di polizia locale, carabinieri e questura che da settimane monitorano il centro con attenzione particolare per le zone rosse. «I controlli ci sono e sono puntuali» sottolinea il Comune, «non servono presidi fissi perché di fatto già esistono. Tant’è che quando è avvenuta l’aggressione la pattuglia è intervenuta immediatamente».
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L’intera area di Lungosile Mattei, della stazione e via Roma è coperta da diverse telecamere. «Si valuterà con la Questura se serva altro per scongiurare nuove violenze» spiega Ca’ Sugana che torna a evidenziare i numeri dei controlli nella zona: 1063 pattuglie in via Roma (792 nel 2021 e 464 nel 2020); 396 sono i controlli in Piazza Borsa (contro i 273 del 2020 e i 116 del 2021), 316 in via Zorzetto contro i 131 nel 2020 e 142 nel 2021, anche lì però un continuo teatro di degrado.