Senso di imbarazzo e prestazione della quale bisognerà parlare in modo approfondito. C’è profonda delusione nella dirigenza della Dolomiti Bellunesi, a seguito del ko 2-1 rimediato al Polisportivo contro il Mestre. Non se ne fa tanto una questione di risultato, quanto di atteggiamento.
Non è proprio piaciuto infatti il modo in cui la squadra ha interpretato una sfida sulla carta chiave in ottica salvezza. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti di conseguenza sia i giocatori e sia l’allenatore, ritenuti colpevoli e di sicuro non scagionati di fronte ad un secondo tempo d’orgoglio ma di fatto inconcludente.
Ad alzare la voce è il vicepresidente Nicola Giusti, il quale fa comunque presente come l’amarezza più grande riguardi il non riuscire ad ottenere con la prima squadra quelle soddisfazioni sportive che darebbero risalto al lavoro svolto dalla società a 360 gradi. Della serie, noi ci stiamo mettendo il nostro, tra giovanili, femminile, impiantistica, sponsor e numerosi altri aspetti. Però se poi la formazione di riferimento sta attraversando una stagione dove tra Zugni Tauro di Feltre e Polisportivo di Belluno ha perso ben 7 volte…
Dal possibile +7 sulla zona playout al fiato sul collo dello stesso Mestre, giunto a meno uno.
Domenica la squadra avrebbe potuto essere salva, o quasi. Invece ora le sfide a Campodarsego ed Este diventano parecchio delicate.
«In realtà, eccezion fatta per il Legnago che sembra abbia trovato la continuità necessaria a provare a vincere il campionato, abbiamo capito come in questo girone di stabile non ci sia nulla. Quindi la salvezza sarebbe rimasta distante dall’essere conquistata. Certo, il bottino pieno ci avrebbe consentito di stare un po’ più tranquilli e di disporre di qualche bonus. Adesso non più».
È il modo in cui è stato perso che ha lasciato sconcertati.
«A fine primo tempo noi dirigenti provavamo un senso di imbarazzo di fronte ai tifosi. Giocare così, soprattutto in casa nostra, non lo riteniamo accettabile. Il gruppo di giocatori, ma più in generale il gruppo di lavoro, non può permettersi una cosa del genere. Dovremo parlarne in modo approfondito. Mi dispiace in particolare per il presidente Paolo De Cian, il più affranto. C’è parecchio lavoro dietro la Dolomiti Bellunesi, con numerosi dirigenti che danno il proprio contributo a far funzionare la società. Dalla prima squadra ci si aspettiamo qualche soddisfazione maggiore».
Durante la ripresa qualcosa in più si è visto.
«Ci mancherebbe anche altro. Non sono contento lo stesso: lo sarei stato solo a punteggio ribaltato. Invece l’unica rete è stata realizzata su un quasi autogol».
Nel 2023 in casa non è mai giunta una vittoria.
«Ciò dispiace, davvero. Però se dopo sette mesi siamo ancora capaci di prestazioni del genere, ne prendiamo atto e faremo le nostre valutazioni. Io e nessuno di noi vuole essere disfattista, perché essere delusi devono essere i ragazzi stessi. Hanno fatto loro la figuraccia, nonostante pensiamo che meritino ben altro rispetto a quanto sta dicendo questa stagione».
Il fatto che tra l’allenatore e il direttore generale non ci sia tutto questo feeling è un problema ulteriore?
«Questa storia a mio modo di vedere è stata romanzata troppo. Sia Zanin e sia Piazzi stanno lavorando per la Dolomiti Bellunesi. Ci sono dinamiche interne sulle quali la società pone la propria attenzione affinché ogni cosa vada nel verso giusto».