L’Inter stecca ancora, lo fa di nuovo in trasferta e contro una “piccola”. Complici la troppa superficialità e precipitazione, la compagine interista non riesce ad espugnare lo stadio Luigi Ferraris, ottenendo un solo punto in una gara che – sulla carta – avrebbe dovuto essere una passeggiata per i nostri. Con il Napoli che viaggia su numeri eccezionali e la zona Champions che si fa sempre più affollata di squadre in forma ed affamate, in campionato per i ragazzi guidati da mister Inzaghi la situazione si fa sempre più preoccupante ed incerta. La qualificazione nell’Europa che conta è ormai diventata l’obiettivo minimo: Skriniar e compagni non possono più permettersi passi falsi come quelli di ieri sera, troppo frequenti durante questa stagione. Infatti, ai punti persi contro la Sampdoria si vanno ad aggiungere quelli pesantissimi lasciati per la strada contro Empoli, Monza ed Udinese. Troppi per una squadra che deve indiscutibilmente puntare alla seconda stella.
L’Inter ha dominato la gara per possesso palla e per potenziali occasioni da goal. Tuttavia, la mancanza di precisione nell’ultimo passaggio e clamorosi errori tecnici individuali negli ultimi 30 metri non hanno consentito di concretizzare le talvolta elaborate trame offensive. Solo pochissime conclusioni, infatti, hanno impensierito realmente il portiere blucerchiato Emil Audero. Nel primo tempo sono le punte titolari Lautaro Martinez e Romelu Lukaku a creare e sprecare di più, con Calhanoglu che sembra quello più in palla. Solo nel recupero riusciamo ad essere pericolosi, con la potente rasoiata dalla distanza di Acerbi che viene intercettata dal portiere doriano e che si spegne sul fondo dopo aver scheggiato la traversa.
Ad alimentare la rabbia per il pareggio e per la conseguente serata decisamente deludente ci hanno pensato Barella e Lukaku, protagonisti di un brutto episodio che non deve assolutamente avere ripercussioni e strascichi al di fuori del campo di gioco. Il fattaccio risale al minuto 38′, quando ad un errore di controllo del numero 90 segue una plateale sbracciata del 23 nerazzurro. A quel punto, il belga si è rivolto al compagno con insulti e lamentele che non fanno certo bene all’ambiente e allo spogliatoio interista.
Devono essere condannati gli atteggiamenti di entrambi i giocatori, con il centrocampista che deve assolutamente evitare manifestazioni di nervosismo così evidenti e l’attaccante che non deve permettersi di offendere un compagno di squadra. Il difficile momento della partita è una parziale giustificazione di questa evitabile scenetta, ma è proprio in momenti come quelli che c’è bisogno di giocatori che si mettano a disposizione dei propri compagni in difficoltà, incoraggiandoli e sacrificandosi per loro. È questo che, alla lunga, rende leader.
Il pareggio contro la Sampdoria non è altro che l’esemplificazione della stagione interista, dalla quale possiamo estrapolare due trend prevalenti. Il primo è che siamo (seppur parzialmente) forti con le forti, ma soprattutto deboli con le deboli. La squadra affidata al grandissimo uomo ed ex giocatore Dejan Stankovic non naviga di certo in acque tranquille, occupando la penultima posizione in classifica con soli 11 punti guadagnati in 22 giornate. Prima di ieri sera, i padroni di casa avevano conquistato 4 nelle ultime 10 partite. Una squadra chiaramente in crisi che, contro di noi, ha ritrovato magicamente solidità difensiva e compattezza.
Il secondo trend della stagione è l’eclatante difficoltà ad affrontare le partite in trasferta. Da questo punto di vista, i numeri sono veramente spaventosi: sono solo 17 su 44 i punti conquistati fuori casa, con 19 goal realizzati sui 41 totali e 21 reti incassate su 26. Evidentemente fuori dalle mura domestiche i nostri ragazzi sono psicologicamente fragili e demotivati, quasi come se subissero il contraccolpo della mancanza della straordinaria spinta dei circa 70mila di San Siro.
Occorre che lo staff tecnico analizzi approfonditamente queste problematicità, in quanto queste tendenze non sono di certo sostenibili per una squadra con le ambizioni dell’Inter. In caso contrario, a fine anno la società dovrà trovare una soluzione, drastica se necessario. La sensazione è che la qualificazione agli ottavi di Champions, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana non siano più sufficienti. Quel che occorre è ritrovare quella continuità imprescindibile per tornare presto a competere per il titolo più prestigioso a cui possiamo aspirare, quello di campioni d’Italia.
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