Frena il mercato dell’auto in Friuli Venezia Giulia. Un rallentamento consistente, tra gennaio e ottobre del 2022, che supera il 20%, precisamente il 20,70%.
Ed è superiore rispetto alla media nazionale, dove il calo delle immatricolazioni si assesta sul 12% rispetto allo stesso periodo del 2021. Se consideriamo il solo mese di ottobre, invece, c’è stato un rimbalzo positivo dell’1,84%, ma una rondine non fa primavera.
L’anno che volge al termine, dunque non sarà ricordato tra quelli brillanti, per usare un eufemismo.
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Numerose le fonti di preoccupazione per gli operatori del settore, stretti tra necessità della transizione ecologica, listini in aumento, difficoltà nella consegna delle vetture (le attese, per alcune case e modelli, sono ancora di parecchi mesi), mercato dell’usato stagnante.
Le province della regione registrano più o meno un andamento simile, con la punta più negativa di Trieste (-22,50%), seguita da Gorizia e Udine (rispettivamente -21,78% e -21,70%), mentre Pordenone fa appena meglio con un -17,48% e un mercato che, nel mese di ottobre, ha fatto registrare una certa vivacità, con una crescita del 9,17%, decisamente superiore rispetto a quella degli altri territori.
Le cifre nel dettaglio
Nel complesso, tra gennaio e ottobre 2022, in regione sono state vendute 17.310 autovetture (a Udine 7.860, a Pordenone 4.894, a Trieste 2.997 e a Gorizia 1.559), ma negli stessi mesi del 2021, anno che ancora era stato caratterizzato dalle limitazioni Covid, le nuove auto consegnate chiavi in mano ai clienti erano state ben 21.829.
La fetta di mercato più consistente è appannaggio di Fiat-Fca che supera il 12% a Udine, l’11% a Pordenone e Trieste e si ferma al 9% a Gorizia. Seguono gli altri principali brand da Volkswagen a Toyota, da Hyundai a Suzuki, da Citroen a Renault, da Ford ad Audi.
Parco macchine vetusto
C’è un problema non irrilevante per quanto riguarda il settore auto in Friuli Venezia Giulia. Il parco macchine è datato. «In regione - spiega Giorgio Sina, imprenditore e referente del settore per Confcommercio - il 60% delle vetture circolanti ha più di 10 anni. Se pensiamo che ci sono 850 mila auto sulle strade, significa che ben 500 mila sono state targate prima del 2012.
Ecco in tutto questo tempo la tecnologia si è evoluta, ha fatto passi da gigante nel migliorare l’affidabilità della vettura.
E il parco macchine vecchio incide anche nel settore sicurezza, sulle spese, sulla manutenzione del veicolo.
Ecco perchè a mio avviso sarebbero utili gli incentivi governativi, non solo per elettriche o ibride, ma anche per le vetture a motore termico. Siamo per la transizione non solo ecologica, ma anche per la sostituzione, più accelerata, del parco auto».
Le prospettive
«Il mercato dell’auto, nel 2022, ha sofferto per lunghi periodi la mancanza di prodotto - spiega ancora Sina - , per la questione dei semiconduttori, dei microchip e per la questione dei componenti, con i rincari di alcune materie prime e la difficoltà di approvvigionamento delle stesse. Se le macchine non arrivano, si vende di conseguenza meno usato.
Per i concessionari diventa un problema la sostenibilità del business, perché anche se facciamo i contratti e vendiamo sulla carta, ma poi non riusciamo a consegnare, significa che non aumentiamo il fatturato e così emergono i problemi.
Le consegne, per noi sono immatricolazioni, ma se ciò non accade, diventa un circolo non virtuoso.
Ormai l’anno è praticamente finito, vediamo di chiudere il meglio possibile anche se non ci aspettiamo stravolgimenti rispetto al trend.
Questa situazione perdurerà almeno fino alla metà del 2023, noi cercheremo di migliorare la marginalità, anche ottimizzando e razionalizzando alcune delle nostre spese. Ma il futuro, per il settore, è comunque ricco di incognite».
