Saranno tra i 300 e i 350 i lavoratori che verranno lasciati a casa il prossimo anno da Electrolux, nei quattro stabilimenti italiani del gruppo. Lo ha comunicato ieri l’azienda incontrando i sindacati a Milano. Il numero degli esuberi non è stato quantificato sito per sito. Verrà definito prossimamente e riferito nel prossimo incontro.
I numeri
Electrolux ha precisato che in Italia si tratta del 7-8% dei 3.500-4.000 esuberi programmati tra l’America e l’Europa. Qui il gigante del freddo è presente a Susegana, con poco meno di 1.500 addetti, a Porcia con un numero analogo di collaboratori, a Forlì con 800 e a Solaro con altri 800. A Vallenoncello, invece, opera Electrolux Professional, il cui mercato non sta deflettendo e quindi non dovrebbe essere interessata da tagli.
Il piano
La riduzione dei posti di lavoro riguarderà in particolare figure tecniche. Si ritiene però che, invece di licenziare, non vengano rinnovati parecchi dei contratti a termine presenti in tutte le realtà del gruppo. Si tratta di circa 400 somministrati, di cui 200 soltanto a Susegana. I dirigenti del gigante del freddo hanno spiegato che questa razionalizzazione è stata imposta da una situazione «abbastanza inedita per la sua velocità e proporzione»: lockdown da pandemia, carenze delle forniture, pressioni inflazionistiche e la guerra in Ucraina sono eventi che hanno portato a un minore potere d’acquisto e la fiducia del consumatore è crollata.
Il crollo di mercato
Basti dire che il mercato europeo degli elettrodomestici, letteralmente esploso dall’estate 2020 fino a metà 2021 con aumenti del 30%, è crollato addirittura del 15% nell’ultimo trimestre. Sempre nello stesso trimestre il gruppo Electrolux ha registrato una contrazione dell’utile di ben 55 milioni di euro e del margine dell’1,1%. Il fatturato è diminuito alla data del terzo trimestre di quest’anno, raffrontato con lo stesso periodo dell’anno scorso, del 6,7%. Per il 2023, si è detto ieri, è atteso un ulteriore deterioramento della domanda di mercato, sia in Europa che in Nord America. Ciò nonostante, la multinazionale svedese ha confermato l’investimento nella fabbrica più fragile del gruppo, quella di Solaro. Si tratta di una cifra molto alta, 102 milioni di euro tra il 2023 e il 2026.
Electrolux, però, ha chiesto una contropartita ai lavoratori del sito lombardo: l’aumento dei ritmi e dei pezzi/ora. Un pezzo, cioè, ogni 30 secondi. Obbiettivo principale: aumentare la nostra quota di mercato. Quindi posizionarsi nella fascia alta e contemporaneamente recuperare produttività su terreni da prezzi più bassi. La strategia complessiva punta ad aumentare i volumi di vendita rendendo più “popolari” i prodotti e continuare a vendere l’alto di gamma per conservare e accrescere gli introiti.
Il monitoraggio
Intanto la Regione Friuli Venezia Giulia ha annunciato il monitoraggio delle situazioni di crisi industriale che potrebbero destare preoccupazioni nei prossimi mesi. A partire proprio da Electrolux. «Per alcune grandi realtà – ha precisato l’assessore Emidio Bini – non ci sono ancora elementi per valutare eventuali impatti su produzione e occupazione. Ma proprio per questo è necessario un monitoraggio continuo, con le associazioni di categoria, per non farci trovare impreparati e per capire come intervenire se dovesse rendersi necessario».
