[[ge:gnn:nuovavenezia:12227072]]Un esposto denuncia alla Procura della Repubblica contro i cacciatori che sparano da mattina a sera ai confini con la sua proprietà a Tessera, spaventando gli uccelli e le specie rare per poi impallinarle. Il conte Claudio Marcello, si è stufato.
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Da quando è aperta la stagione venatoria si trova circondato da cacciatori che mettono in fuga gli uccelli che planano negli specchi d’acqua di valle Paliaga, la sua oasi dove senza utilizzare termini tanto in voga come «zero waste» o «ecological consciousness», pratica la sua resilienza” al climate change in una tenuta agrituristica disseminata di laghetti ricoperti di fior di loto e oasi ricreate grazie all'aiuto dei migliori esperti nel campo.
Un turismo slow per chi lo sa apprezzare, in un microcosmo dove il tempo si è fermato: si dorme, si può fare un giretto in zattera si passano le ore a guardare gli uccelli. Specie che qui prosperano e proprio per le condizioni ideali, arrivano in massa.
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«Ho dato vita a un sito dedicato alla “caccia fotografica” da automobile, ospito una famiglia per volta per una settimana a turisti che desiderano stare in pace, a contatto con la natura, che vogliono esplorare da qui il Veneto, guardare la laguna».
Poi l’affondo: «Da quando è iniziata la stagione subiamo un vero e proprio mitragliamento ai limiti della proprietà e della zona di caccia fotografica non solo per sparare alla selvaggina, ma con raffiche a salve per farla scappare, disorientarla e fare in modo che gli passi vicino. Sono “scacciatori” e non cacciatori, in più hanno disturbato gli ospiti dell’agriturismo, perché all’alba il risveglio a fucilate è brusco».
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Il conte Marcello ha chiamato un tecnico e ha fatto eseguire una indagine fonometrica, misurando il rumore degli spari alle varie misure di distanza. «A prescindere dalla distanza, la fonometria è sempre risultata superiore a 100 decibel, per cui si ravvisa l’articolo 659 del codice penale sul disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. Ho intenzione di dare concretezza e seguito a una situazione che mi danneggia, che danneggia l’attività del Venice Photo Birding e quella di ospitalità nell’agriturismo».
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Prosegue: «Oggi la gente torna a vivere in campagna, la abita, la cura. Ed è ora di farla finita e considerare la quiete pubblica, il disturbo è normato dal codice penale».
La caccia nelle aree che si allungano tra Carpenedo, Favaro, Dese e Tessera, è sempre meno tollerata. Perché c’è il Bosco di Mestre, la cura per la fauna “selvatica” cui le persone si affezionano. La volontà di far popolare i polmoni verdi e le ultime aree non edificate di uccelli e specie che possono anche nidificare.
I cacciatori sono in controtendenza e sempre più bersaglio dei cittadini, che oggi hanno una sensibilità diversa da quella di cinque o dieci anni fa.