TRIESTE Questione di tempo. Quello che ci voleva per aspettare una prima crescita della squadra. Quello che ancora ci vorrà per il passaggio di proprietà. Quello che ci vorrà per trovare una soluzione soddisfacente per affrontare le spese aumentate della gestione dell’Allianz Dome. Fermo il campionato per gli impegni della Nazionale, alle prese con le qualificazioni ai Mondiali, è il momento di fare il punto sullo stato di salute della Pallacanestro Trieste con il presidente Mario Ghiacci. Capitolo per capitolo.
LA SQUADRA «La scorsa estate avevo predetto che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per carburare. L’inizio era difficile e lo sapevamo a causa di un calendario che ci ha opposto squadre di prima fascia e dell’infortunio di Lever che ha accorciato le rotazioni. Inoltre l’ambientamento da parte dei giocatori ha richiesto un po’ di tempo, Spencer è arrivato a ridosso della prima partita. Davis è rientrato in Italia più tardi di quanto avevamo previsto inizialmente e non per colpa sua. Io ho grande rispetto del lavoro che viene svolto sia dallo staff tecnico che in società e penso che i fatti contino più delle chiacchiere e dei fucili spianati. Parliamoci chiaro: dopo uno 0-4 abbiamo infilato due successi ma questi non fanno...primavera. Però adesso possiamo lavorare con più serenità. Condizioni migliori».
MERCATO «Il mercato è in perenne evoluzione. Qualche squadra è già intervenuta, altre lo faranno. Noi stiamo sul pezzo, teniamo le antenne dritte come è inevitabile. Non accostateci nessuno perchè le porte si aprono e si chiudono nel giro di una giornata. Per una squadra di basket gli esami sono settimanali, i roster si possono anche cambiare, dipende dalle possibilità che si ha».
SOCIETÀ «La trattativa con il fondo americano è seria ed è nata per dare un futuro stabile. Non vogliamo trovarci al 30 giugno e interrogarci sul domani. Abbiamo aspettato troppo durante la copertura da parte dell’Allianz? Ricordo che c’è stato il Covid, poi è scoppiata la guerra in Ucraina e l’economia ha segnato il passo, nessuno stacca più assegni a cuor leggero. Faccio sempre due esempi: chi deve cedere un’azienda burocraticamente ci impiega 18 mesi, chi acquistare una casa deve rispettare alcuni passaggi. Niente si fa dalla sera alla mattina, nemmeno l’acquisto di un club di basket. Se si vogliono fare le cose con tutti i crismi. E sia noi che i nostri interlocutori preferiamo il bene al presto. Il 30 novembre come dead line? Lo dite voi, probabilmente sarà un po’ più in là. Non faccio questione di date. Conta quello che c’è in ballo: un futuro sereno per il basket triestino. Io vedo la luce in fondo al tunnel».
PUBBLICO «Voglio rivolgere un ringraziamento enorme a chi ci è rimasto vicino. Grazie. Chi non c’è avrà le sue ragioni e sta a noi cercare di farlo ritornare. Le novità che arriveranno potranno dare soddisfazioni a noi e ai nostri tifosi».
ALLIANZ DOME «Ci sentiamo lasciati soli. I costi della gestione dell’impianto hanno inciso pesantemente sull’allestimento del roster. Parliamo di risorse ingenti, preferirei non dare numeri. Con il Comune siamo in contatto ma si va a rilento. Comprendo che le priorità siano altre ma anche noi abbiamo delle priorità e dobbiamo mettere via soldi per coprire le spese. Il nostro lavoro è gestire una squadra di basket, non una struttura».