Una bimba con disabilità di Veggiano da quest’anno faticherà ad uscire da scuola in anticipo: o meglio, la preside pretende che tutte le volte i genitori debbano scrivere sul libretto personale la richiesta di permesso. E se il libretto terminerà prima della fine dell’anno, che si fotocopino le pagine.
Il provvedimento è stato assunto da qualche giorno inaspettatamente, senza tra l’altro motivarlo ai genitori: è stato segnalato che ci sarebbe una direttiva o un regolamento, che però ai genitori non è stata fornita nonostante la loro richiesta. Fino all’anno scorso alla piccola era consentito uscire prima da scuola, proprio perché a causa dei suoi problemi si stanca molto e per lei rimanere a scuola fino alle 14 diventa una tortura.
«Nostra figlia ha una disabilità importante – raccontano i genitori – e secondo l’equipe medica da cui è seguita e il parere delle sue insegnanti, si è deciso, a partire già dall’anno passato, di far frequentare la bimba con orario ridotto rispetto agli altri, optando quindi per 25 ore settimanali anziché 27, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13».
Gli altri alunni per due giorni restano in classe un’ora in più: «Per nostra figlia è importante andare a scuola – proseguono i genitori – non tanto per imparare, ma per avere contatti con gli altri bambini e mantenere una routine quotidiana».
«Rimanere però a scuola fino alle 14 per lei è davvero faticosissimo, quindi siamo sempre andati a prenderla alle 13. Improvvisamente la preside Stefania Papparella alcuni giorni fa ha deciso di non concedere più a nessun alunno di entrare dopo o uscire anticipatamente, compresi i bimbi disabili con certificazione medica».
«Pertanto a differenza dello scorso anno ogni giorno in cui nostra figlia uscirà prima a causa della sua condizione, andrà giustificato, come se avesse un influenza o quant’altro. Ma la nostra bambina è disabile: dovremmo scrivere questo sulla giustificazione? Se questa situazione a qualcuno sembra normale, per noi non lo è e non troviamo corretto che la condizione di minorazione psico-fisica di un bambino, debba essere giustificata».
I genitori non sono riusciti ad incontrare la preside, ma le hanno scritto due mail: alla prima ha risposto motivando la decisione con la necessità di attenersi alle norme che impedirebbero di far uscire chiunque da scuola senza giustificazione. Non ha invece ancora risposto alla seconda, nella quale i genitori chiedevano quali fossero le norme cui si appella, giusto per averne contezza e conoscenza.
«Noi genitori “caregiver”, che dobbiamo occuparci di figli con gravi disabilità, abbiamo già tanti problemi da affrontare – concludono – senza che le istituzioni ce ne aggiungano di nuovi. E soprattutto non accettiamo che l’essere disabili costituisca un problema». ––