Chiuse le indagini della Procura: si ipotizza la turbativa d’asta per subappalto irregolare e per la promessa (non rispettata) di tempi dimezzati per il completamento dell’opera
Sequestrato il cantiere dello stadio Euganeo: la notizia bomba arriva dalla Procura di Padova, a conclusione dell’indagine
sull’appalto indetto dal Comune per il rifacimento della nuova curva sud e la costruzione dei due annessi palazzetti dello sport.
Su disposizione del giudice delle indagini preliminari (gip) del Tribunale, ha delegato alla Guardia di Finanza l’esecuzione di un’ordinanza che dispone quattro misure interdittive: due prevedono la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di due funzionari comunali per cinque mesi e due impongono il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione per due imprenditori, della durata, rispettivamente, di cinque e tre mesi. Nello stesso tempo, è stato disposto il sequestro preventivo del cantiere, ancora aperto, relativo all’opera non completata.
I due funzionari sospesi sono l’architetto Stefano Benvegnù, 58 anni di Padova responsabile del Servizio Edilizia del Comune di Padova e rup-responsabile unico del procedimento per il cantiere (difeso dall’avvocato Marco Ravazzolo); il geometra del Comune Giacomo Peruzzi, 51enne direttore dei lavori (avvocato Gianni Morrone); il legale rappresentante dell’impresa che ha vinto l’appalto Esteel di Roma, l’ingegnere Elio Scirocchi, 55 anni; e Giovanni Vattiato, titolare di Tecnoedil con sede a Erbusco nel Bresciano.
La ordinanza è stata notificata al responsabile unico del procedimento e al direttore dei lavori, in carica all’epoca dei fatti, che, in concorso con i due imprenditori, sono indagati per il reato di subappalto non autorizzato.
Come premesso, è stato altresì imposto il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione nei confronti dell’amministratore dell’impresa aggiudicataria dell’appalto, del valore di quasi 5 milioni di euro, iscritto anche per il reato di turbata libertà degli incanti, e del legale rappresentante di un’altra impresa alla quale sono state subappaltate illecitamente delle opere, peraltro risultata sprovvista dell’attestazione di qualificazione richiesta per l’esecuzione di lavori pubblici di importo pari o superiore a 150 mila euro.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura patavina ed eseguite dal Nucleo di polizia economicofinanziaria della Guardia di Finanza di Padova, hanno consentito di ipotizzare che l’amministratore della società appaltatrice, con sede operativa nella provincia di Viterbo, avrebbe turbato la gara relativa ai lavori di rifacimento della nuova curva dello stadio Euganeo di Padova, rappresentando fraudolentemente una capacità imprenditoriale non corrispondente al vero, soprattutto attraverso la proposta di esecuzione dei lavori in tempi dimezzati rispetto a quelli previsti dal bando, ai fini della relativa aggiudicazione.
Inoltre, lo stesso soggetto, in concorso con l’altro imprenditore destinatario della misura interdittiva, operante nel bresciano, avrebbe posto in essere, in violazione del Codice degli appalti pubblici, atti simulati nell’esecuzione dei lavori tesi a celare contratti di subappalto non autorizzati, ricorrendo a subaffidamenti comunque soggetti alla disciplina autorizzativa atteso il superamento dei limiti di legge, avuto riguardo all’importo delle prestazioni affidate e all’incidenza del costo della manodopera e del personale.
Con riguardo ai due funzionari pubblici, invece, si è ritenuto che il responsabile unico del procedimento e il direttore dei lavori avrebbero agevolato la realizzazione di tali condotte, talvolta con il proprio contributo, non censurando le lacune procedurali in contestazione e non esercitando, al ricorrere dei presupposti, la facoltà legislativa di richiedere la risoluzione del contratto.
La conclusione della Procura è però di attesa rispetto al giudizio che arriverà nei prossimi mesi: "Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda in esame sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna”, concludono da Palazzo di Giustizia.
Sequestro cantiere Euganeo, Ance Padova: «Rischia di diventare un buco nero». Afferma il presidente Alessandro Girotto: «Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono in linea con le perplessità manifestate da anni da Ance Padova, in particolare, sui tempi di realizzazione che l’azienda aveva individuato per gli interventi sullo stadio ed anche sui prezzi a base d’asta»
Il presidente di Ance Padova, Alessandro Gerotto, interviene sul sequestro del cantiere dello Stadio Euganeo e sulle misure interdittive: «Abbiamo massima fiducia nell’operato e nel lavoro della magistratura e non entriamo, quindi, negli aspetti giudiziari della vicenda. La nostra preoccupazione è l’allungamento dei tempi di chiusura dei lavori con il rischio che questo cantiere diventi il buco nero numero due della provincia di Padova dopo le piscine di Selvazzano. Ci auguriamo, quindi, che i tempi della giustizia siano rapidi e permettano di concludere al più presto gli interventi».
Proseguono da Ance Padova: «Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono in linea con le perplessità manifestate da anni da Ance Padova, in particolare, sui tempi di realizzazione che l’azienda aveva individuato per gli interventi sullo stadio ed anche sui prezzi a base d’asta. Un altro elemento che emerge è la necessità di individuare dei meccanismi che riescano ad aumentare i controlli sotto ogni punto di vista sulle aziende che vincono gli appalti, in particolare, quando applicano dei ribassi notevoli come in questo caso».
«Da sempre Ance Padova sostiene con convinzione che questo tipo di lavori debbano finire alle aziende del territorio che possono garantire affidabilità, presenza sul territorio, rapporti diretti con gli enti competenti, relazioni costanti con le organizzazioni sindacati e rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Questo significa garantire la qualità dei lavori e soprattutto la corretta applicazione del contratto edile in cantiere come concordato con la firma del protocollo di legalità con il Comune di Padova”.