BRUXELLES. Navi sempre più leggere, flessibili, veloci, digitali e green, in grado di ospitare i sistemi più tecnologici per rispondere alle mutate esigenze del settore difesa. In questo scenario il gruppo metterà in campo il talento dei suoi ingegneri più visionari e innovativi capaci di immaginare le navi del futuro. Questa la nuova missione di Fincantieri secondo l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero che ieri ha partecipato a Bruxelles alla seconda conferenza europea della sicurezza e della difesa. Un evento organizzato da Business Bridge Europe a Egmont Palace, nella capitale fiamminga, a pochi giorni dal brutale bombardamento della Russia sull’Ucraina e su Kiev. Una settimana importante qui a Bruxelles dove la Commissione Ue ha chiamato a consulto i rappresentanti di tutte le Regioni europee. La guerra ha cambiato lo scenario per la Ue, come ha ribadito anche l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, che ha aperto i lavori della conferenza in qualità di presidente del’AeroSpace and defence industries association Europe insieme all'alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell e Ludivine Dedonder, ministra della Difesa del Belgio.
Negli ultimi decenni le necessità di sicurezza dell’Unione europea e degli Stati membri erano per lo più legate alla stabilizzazione e al mantenimento della pace all’estero. «Oggi ci si muove verso uno scenario diverso - ha ribadito Profumo - in cui la Ue deve rafforzare la deterrenza per prevenire conflitti diretti ed avere le capacità e i vantaggi tecnologici di cui abbiamo bisogno».
Uno scenario che trova Fincantieri pronta, ha sottolineato Folgiero. «La nostra è una piattaforma giusta - ha spiegato poi a margine dei lavori - siamo un’azienda duale, impegnata sul militare e sul civile, ma anche sulle opere enegetiche a mare. Fincantieri è la più grande industria nel campo navale in Europa e nel mondo». Oggi Fincantieri «partecipa già a diversi programmi europei che hanno la caratteristica della multinazionalità come lo sviluppo di una corvetta di nuova generazione con l’industria francese e spagnola per il programma Epc (European Patrol Corvette, ndr) - ha precisato. E quello che ora chiediamo alla Ue è la possibilità di partecipare a nuovi progetti di respiro multinazionale. La nostra piattaforma è quella più adatta».
Ma ci sono ancora dei passi da fare per perfezionare la strategia: «Dobbiamo fare in fretta per diventare più autonomi e più forti nella difesa della Ue - ha spiegato il Ceo- ma c’è un gap in termini di investimento che bisogna colmare mettendo al centro le tecnologie per le industrie che lavorano per la difesa». Spendere di più spendere meglio, questo il leit motiv lanciato dai relatori alla conferenza sulla difesa e la sicurezza europea: «Fincantieri -ha ribadito Folgiero- investe nell’innovazione e applica le migliori tecnologie ai centri di produzione in una «osmosi tra produzione navale civile e militare quale valore aggiunto anche per garantire la resilienza della supply chain (catena di fornitura)». Per fronteggiare adeguatamente le molte sfide che lo scenario internazionale presenta Folgiero ha sostenuto la necessità di un approccio industriale capace di reagire con velocità nel breve termine e con strategia e visione di lungo termine: «Le politiche industriali degli Stati membri dell’Ue devono adattarsi. La necessità di cambiamento pongono nuove sfide all’industria aerospaziale e della difesa europea. Da una parte dobbiamo soddisfare le esigenze urgenti di capacità a breve termine, dall’altra parte dobbiamo prepararci per quelli a medio e lungo termine», ha evidenziato poi Profumo.
«Tutto il nostro attuale sistema di difesa e piattaforme sono e saranno utilizzati in modo più intensivo. In gioco c'è la posizione competitiva del settore europeo: «La difesa non lavora con la logica del magazzino ma in base agli ordini», ha detto Profumo. L’industria sarà tenuta a rendere i suoi prodotti più prontamente disponibili, rifornirli e sostituirli a una velocità maggiore: «La guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario. L'industria della difesa è pronta a fare la sua parte ma deve essere riconosciuto il suo ruolo, passare da uno schema di pace a uno di crisi». —