TRIESTE Duemila autografi tra lettere, pergamene, decreti, diplomi, benedizioni, suppliche, lasciapassare, biglietti augurali e funebri... Lingue utilizzate italiano, latino, francese, inglese, spagnolo. L’arco temporale di tutto questo inchiostro scorre dal XVI secolo agli anni Sessanta del XX.
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Gli autori delle firme? Beh, possiamo ben dire che giochiamo in Champion’s. Vogliamo prendere monarchi, statisti, politici? Eccovi serviti: Asburgo come se piovesse (Carlo V, Carlo II, Carlo VI, Maria Teresa, Francesco Giuseppe), re di Francia (Luigi XIV, XV, lo sfortunato XVI), Napoleone e napoleonidi, Federico II Hohenzollern, contributi coronati dal Regno unito (Giorgio V e Edoardo VIII). Italiche calligrafie come quelle di Cavour, Mazzini, d’Azeglio, Diaz, Badoglio, Mussolini, don Sturzo, padre Gemelli, Einaudi, Andreotti. Savoia a raffica.
Interessano firme pontificie? Presenti Sisto V, Gregorio XIII, Urbano VIII, Innocenzo X, Pio IX, Pio XII, Paolo VI.
Arti e letteratura? Non da meno: Verdi, Rossini, Donizetti, Puccini, Foscolo, Leopardi, Manzoni, d’Annunzio, Pirandello, Pascoli, Verga, Carducci, Malaparte, Canova, Hayez, Morandi... Anche partecipazioni straniere: Dumas, Zola, Conan Doyle... Protagonisti del cielo da De Pinedo a Gagarin. Ebbene, questa sorta di Treccani dell’autografo farà parte delle collezioni comunali e sarà affidata al museo di Storia patria in via Imbriani. Ma perché arriverà proprio a Trieste? Si tratta di un viaggio ereditario e donativo: la collezione reca il nome illustre della famiglia Incisa di Camerana. La marchesa Domicella, scomparsa un paio di anni fa quasi centenaria, ha lasciato i 2.000 autografi alla signora Giovanna Guidi.
A loro volta le 2.000 firme raccolte provengono da due sorgenti, l’archivio degli Incisa e quello della famiglia Morpurgo. Ed eccoci finalmente al punto: circa 700 firme, afferenti soprattutto alla storia asburgica, partecipavano alla collezione di Nina de Morpurgo nata Weil Weiss di Lainate, zia del marchese Mario Incisa di Camerana. La signora Nina fu moglie di Marco de Morpurgo, presidente del Lloyd Austriaco dal 1877 al 1891: l’archivio del padre di Marco, Elio, è conservato nel museo di Storia patria, che guarda caso si trova sotto casa Morpurgo. Uno straordinario viluppo di convergenze e coincidenze farà sì che, generosa auspice Giovanna Guidi, questa collezione approdi a Trieste. Collezione che una perizia stilata dallo studio milanese Nicora stima 350.000 euro. Al Comune ne basteranno 2.000 per le spese di trasporto dalla Capitale. Ma dovrà aspettare disco verde dalla Soprintendenza laziale. L’assessore Giorgio Rossi non ci ha pensato due volte e la sua delibera ha convinto i colleghi di giunta. Il titolare della Cultura è soddisfatto per il valore culturale ed economico della donazione, ma anche per l’implicito riconoscimento dell’affidabilità delle civiche istituzioni. —
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