La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermata la condanna per omicidio stradale a Marius Alin Marinica. Per il rumeno, ai domiciliari a Musile da 3 anni e 3 mesi, responsabile della strage dei quattro ragazzi a Jesolo, si aprono ora le porte del carcere. Dovrà scontare una condanna a 8 anni di reclusione per omicidio stradale, lesioni plurime e omissione di soccorso.
[[ge:gnn:nuovavenezia:11558837]]
Le famiglie di Riccardo Laugeni, Eleonora Frasson, Leonardo Girardi e Giovanni Mattiuzzo si erano affidate agli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani, quindi all'avvocato Leonardo De Luca. La Cassazione ha confermato la pena del rito abbreviato, sentenza che il legale di Marinica aveva impugnato, ma poi confermata in Appello e nuovamente impugnata in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso pertanto la pena è definitiva e verrà notificata alla Procura di Venezia che informerà i carabinieri per l'esecuzione e breve, nel volgere di un paio di giorni se non prima.
Marinica è il responsabile di quella strage consumata sulla strada al rientro dal lido di Jesolo la notte tra il 13 e 14 luglio 2019, quando i quattro ragazzi, più una quinta, Giorgia Diral miracolosamente salvata, sono stati colpiti in sorpasso nei pressi del canale Pesarona dall'auto dell'elettricista rumeno allora 27enne che era al volante di una Volkswagen Golf.
La Renault Clio guidata da Laugeni era uscita di strada per poi piombare nel canale Pesarona rovesciandosi in acqua. Giorgia Diral era uscita dall'abitacolo, ma gli altri quattro amici sono morti poco dopo. Marinica non si era fermato, rintracciato la mattina seguente grazie alla testimonianza di un'automobilista, risultato ancora positivo all'alcol test di prima mattina.
La mamma di Riccardo Laugeni, Romina Ceccato, da allora è impegnata nella battaglia per la sicurezza stradale e la tutela dei famigliari delle vittime della strada con l'associazione Alba: «Continuerò a combattere e non mi fermerò mai, sono contenta per la decisione della Cassazione, ma adesso i politici devono impegnarsi e emanare leggi che davvero tutelino vittime e familiari, riformino la giustizia con pene più severe e processi rapidi. Per noi sono stati anni di angoscia».