Un goriziano di 34 anni, dipendente di Terna, è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Udine per trauma al torace. In quel momento l’uomo non era in servizio
MONFALCONE Stava maneggiando un ordigno bellico, quando gli è improvvisamente esploso in mano, tra i depositi di automezzi e materiali della centrale di smistamento di Terna, a San Pier d’Isonzo, in via 25 Aprile. Forse un’incauta manovra – ma la dinamica dei fatti di lunedì sera è ancora tutta da chiarire – ha condotto F.C. , goriziano di 34 anni, dipendente della società distributrice di rete elettrica e conosciuto nell’ambiente isontino come appassionato di storia, fotografia e memoria bellica, all’ospedale Santa Maria della Misericordia, in prognosi riservata.
L’accidentale esplosione gli ha recato ferite gravi a una mano (rischia di perdere alcune dita) e lesioni alla parte alta del corpo. Elitrasportato verso le 19, dopo un primo soccorso del Sores con l’equipe dell’ambulanza, il 34enne è giunto a Udine in codice rosso.
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La Procura di Gorizia, con il sostituto Andrea Maltomini, ha aperto un fascicolo. I carabinieri, accorsi con la radiomobile da Gradisca e da Gorizia, anche con il nucleo investigativo (la Scientifica dell’Arma, per i rilievi), portano avanti le indagini, nel più assoluto riserbo.
La deflagrazione si è verificata verso le 18.30 in zona per fortuna non sensibile, a distanza dunque dalle apparecchiature presenti alla centrale, né ha inficiato l’erogazione del servizio pubblico. Il botto pare non sia stato avvertito dai residenti. Ma il successivo ingente dispiegamento di sirene sì, almeno dal più vicino locale, il birrificio The Lure, a Fogliano.
L’ordigno bellico, una bomba a mano, secondo alcune notizie trapelate, è scoppiato nella zona delle rimesse, dove si trovano magazzini, laboratori, garage e depositi con mezzi di ricambio per piccole riparazioni, spogliatoi. L’area appariva delimitata dalla classica fettuccia biancorossa, presumibilmente a disposizione dell’autorità giudiziaria per tutti gli accertamenti necessari.
Terna ha preferito non commentare l’accaduto, limitandosi solo a chiarire che F.C. , in quel frangente, non stava eseguendo sistemazioni inerenti l’attività lavorativa né risultavano in corso particolari operazioni. La peculiarità della vicenda, la fitta cortina di silenzio mantenuta fino all’ultimo dall’Arma, si immagina ai fini investigativi, ha dato il la, in mattinata, a varie speculazioni, pure in considerazione del luogo in cui l’incidente s’è prodotto.
Nel pomeriggio è stato il Prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi a escludere recisamente fantomatici scenari di protesta legata al caro-bolletta o al voto uscito dalle urne proprio il giorno dell’esplosione: nulla di tutto ciò, solo illazioni circolate a fronte dell’assenza di notizie ufficiali.
La deflagrazione ha comportato l’arrivo, oltre che dei militari, dei vigili del fuoco, da Gorizia e Udine. I pompieri hanno svolto verifiche sulla stabilità degli edifici, non intaccati. Sono rimasti a vigilare anche quando sono intervenuti gli artificieri e poi il nucleo investigativo, che ha repertato tutto fin oltre le 22. Sul posto, infatti, non è stato rinvenuto un solo ordigno bellico, circostanza che ha richiesto un supplemento di attività, dal momento che è vietato detenere simile, pericoloso materiale. La legge impone infatti di segnalare alle forze dell’ordine ogni rinvenimento di ordigni.
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