“Nella forma e nella materia” copre dall’inizio del XX secolo ad oggi. Anche eredi, collezionisti, galleristi, critici, docenti e studenti al vernissage
MANTOVA. Un’inaugurazione che è diventata una festa per la scultura. La Casa del Mantegna era gremita di pubblico, tanto da richiedere una replica della presentazione della mostra “Nella forma e nella materia” a cura di Paola Artoni. Oltre settanta gli scultori, con qualche scultrice, tra due secoli e diversi territori della provincia, tre scuole coinvolte e tanti mesi di lavoro. Artisti, gli eredi che hanno prestato le opere di chi non c’è più, collezionisti, galleristi, critici d’arte, docenti e tanti studenti hanno preso parte al vernissage della rassegna allestita sui due piani dell’antica dimora e nel giardino. Un’esposizione che presenta, fino all’8 gennaio, una selezione di opere realizzate dall’inizio del XX secolo sino ai giorni nostri.
La prima sala ospita una grande terracotta di Italo Lanfredini affiancata da un bronzo di Enzo Nenci. Si possono ammirare una rara opera di Aldo Andreani, più noto come architetto e autore della sede della Camera di commercio, e quelle di Paolo Cavinato e Stefano Arienti. Segue la sezione “Insegnare la scultura”, dedicata al doppio ruolo degli scultori, come artisti e come docenti. Tra questi si trovano una installazione di Carlo Bonfà e di Vincenzo Paonessa. Una sala poi propone poi il risultato del laboratorio che ha mappato, scansionato e stampato in 3D le sculture di Carlo Cerati nel cimitero monumentale. Tra le donne le giovani Roberta Busato e Aurora Troletti.