BELLUNO
Ha rischiato davvero un brutto quarto d’ora la comunità di Auronzo. Il rischio era di dover fare i conti con un lago svuotato proprio a ferragosto. Lo aveva annunciato, ieri pomeriggio, l’unità di crisi della Regione Veneto, per dare acqua al Piave. Dopo un’ora è stata ritirata quella che era stata anticipata come una richiesta ad Enel Green Power. Salvo, dunque, il lago di Santa Caterina, mai interessato dai grandi svuotamenti estivi. In compenso saranno maggiormente svuotati il bacino di Centro Cadore, il lago di Santa Croce e quello del Mis, già vicino ai minimi storici.
Via ai prelievi
«Dopo aver messo in sicurezza il problema drammatico della risalita del cuneo salino lungo il Po e il Livenza, abbiamo deciso di mettere in atto delle azioni per aumentare la portata del fiume Piave e tutelarne il sistema idrico complessivo», fa sapere il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Siamo in un momento importante anche per il mondo agricolo, in cui le coltivazioni maturano e siamo vicini alla raccolta autunnale. Nel caso del Piave si tratta di tutelare da un lato i vigneti e dall’altro tutte le coltivazioni di cereali».
Zaia, come si sa, è Commissario delegato per gli interventi urgenti per gestione della crisi idrica. L’Unità di crisi, riunitasi ieri, si è concentrata sull’affrontare la diminuzione della portata del Piave che ha ripercussioni su un ampio sistema idrico a livello regionale. Il soggetto attuatore per il coordinamento Nicola Dell’Acqua aveva chiesto ad Enel Green Power di predisporre un decreto per favorire un maggiore rilascio dal lago di Santa Cristina di Auronzo per tutelare il sistema idrico legato al fiume sacro. Dopo qualche decina di minuti è arrivata una errata corrige, con la cancellazione di questa ipotesi. Non è dato sapere se il colpo di spugna è stato dato dopo una protesta di Auronzo. Appare più probabile che dall’Enel stessa sia arrivata l’indicazione che non si sarebbe potuto procedere, salvo la sollevazione popolare.
Abbiamo interpellato l’assessore regionale alla protezione civile, ma Gianpaolo Bottacin ha precisato di non saperne nulla, in quanto non è stato chiamato a far parte dell’Unità di crisi (idrica). La Regione ha fatto, dunque, un passo indietro. Ha comunque sollecitato Enel Green Power ad aumentare le portate delle acque degli altri bacini.
Sono già state avviate le relative operazioni a Sospirolo che hanno portato ad un aumento alla centrale di Quero. A Sospirolo arrivano, in condotta, le acque della Marmolada, raccolte nel lago-diga di Fedaia. Lunedì sera sul ghiacciaio ha tempestato e di pioggia ne è arrivata parecchia.
I numeri di Arpav
In luglio – come da dati Arpav - è proseguito il calo “fisiologico” del volume nei principali serbatoi del Piave, con un rallentamento solo negli ultimi giorni: a domenica scorsa il volume totale invasato era di 102,2 milioni di metri cubi (36,6 in meno rispetto alla fine di giugno), pari al 61% del volume massimo contenibile dei bacini di Pieve di Cadore, Santa Croce e Mis. Con un calo piuttosto discontinuo per il Centro Cadore, sceso dal 99% di riempimento di fine giugno all’83% di fine luglio. Un calo pressochè costante per Santa Croce, sceso dal 79% di riempimento a fine giugno al 58% del 31 luglio, ora poco sotto la media storica (-24% ovvero meno 16 milioni di metri cubi). Un andamento analogo per il Mis, in calo molto accentuato già da metà giugno, passato dal 72% al 40% del volume massimo invasabile e ora sotto la media del periodo (-44% ovvero -11.2 Mm3). Più che soddisfatti, ovviamente, i Consorzi di bonifica della Marca Trevigiana. In forte sofferenza sono non solo i seminativi, ma anche i vigneti di Prosecco. Lo stress della siccità, infatti, sta provocando una resa (alla prossima vendemmia) inferiore del 10, se non addirittura del 15%, in vigneti già colpiti dalla flavescenza idrica. Le precipitazioni di questi giorni sono state insignificanti, in pianura.
Considerato il deficit pluviometrico già accumulato dall’inizio dell’anno idrologico, quindi ad ottobre (-376 mm), in questo mese sarebbero necessari circa 477 mm ossia quasi cinque volte la precipitazione media di agosto (pari a 101 mm, serie 1994-2021). Anche guardando l’anno solare 2022 le piogge fin qui cadute (301 mm, valore medio) appaiono decisamente scarse, risultando solo la metà del valore atteso (585 mm): -49%. Mancano, insomma, ben 284 mm.