La notizia della notte, per quanto riguarda l’Abierto Mexican Los Cabos Open, è certamente la prestazione di Alex Hernandez. Il giocatore di casa, n.521 al mondo, ammesso in tabellone tramite una wild card, ha sconfitto in rimonta 3-6 6-4 6-4 il colombiano Nicolas Barrientos, lucky loser n.394 al mondo che ha preso il posto di John Millman. Il ventitreenne di Acapulco, solo alla seconda partita ATP in carriera, ottiene la prima vittoria, che assume tratti ancora più storici poiché lo rende il primo messicano a vincere una partita in tabellone qui a Los Cabos. Non una prestazione brillante la sua, contro un avversario non di prima (e probabilmente neanche di seconda) fascia, certamente indirizzata anche dall’entusiasmo del pubblico, galvanizzato dal poter tifare un connazionale. Occasione che si riproporrà al secondo turno addirittura contro Felix Auger-Aliassime, seconda forza del tabellone, in una di quelle classiche partite in cui il vento della storia e l’ambiente valgono quasi quanto il valore dei due giocatori.
Parlando di teste di serie, e quindi di tennisti più blasonati (pochi, in un tabellone che pur vantando il n.1 al mondo è decisamente povero) è andato liscio come l’olio l’esordio di Brandon Nakashima, n.6 del seeding, vittorioso 7-6(1) 6-2 su Kaichi Uchida, qualificato giapponese. Dopo un primo set di adattamento (dove è stato anche sotto di un break, ma subito recuperato) l’americano ha trovato le giuste contromisure e non ha fatto fiatare il suo avversario nel secondo, dove subito ha fatto il vuoto portandosi sul 3-0 con doppio break di vantaggio. Chiude perdendo solo 8 punti con la prima il n.61 al mondo, che può dire la sua in questo torneo, dove ora avrà l’australiano Max Purcell, più noto come doppista, specialità in cui, in questo 2022, ha vinto Wimbledon e fatto finale all’Australian Open in coppia con il connazionale Matthew Ebden.
Finale persa contro altri due connazionali, Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis. Ma stanotte, mentre il primo ha passeggiato a Washington, Kokkinakis ha impiegato quasi tre ore, finendo in piena mattinata italiana, per battere Fernando Verdasco. 6-3 6-7(5) 6-2 il punteggio a favore dell’australiano, che alla lunga ha resistito di più rispetto al veterano spagnolo, attingendo a tutte le sue risorse fisiche e tecniche per recuperare un break nel secondo parziale e annullare tre match point (di cui due in risposta), per forzare poi un terzo set in cui mai realmente è stato in gioco, per “carenza di ossigeno”. Nel complesso una buona prestazione del n.7 del seeding, che chiude con un buon 71% di conversione con la prima, e l’emersione della necessità di essere più cinico al momento di chiudere. Al prossimo turno affronterà un altro veterano, Steve Johnson, vincente in due set d’ordinanza su Villanueva. Rimanendo in tema di vecchie volpi, menzione d’onore per Feliciano Lopez, sconfitto 3-6 7(8)-6 3-6 da Radu Albot, non riuscendo quindi a far fruttare la wild card ricevuta per onorare queste ultime comparse sul circuito.
