Le piante rampicanti sono apprezzate sia per la bellezza del portamento ma anche per le abbondanti fioriture che insieme alla vegetazione creano angoli suggestivi nei nostri giardini e terrazzi. Un esempio molto conosciuto è Campsis radicans (L.) Bureau o più comunemente conosciuta come bignonia. Appartiene alla famiglia delle Bignoniaceae e si presenta come un rampicante sempreverde, particolarmente vigoroso e che cresce con notevole rapidità. È originaria dell'America del Nord e più precisamente delle regioni centrali e meridionali degli Stati Uniti.
Cresce molto bene all’esterno nelle regioni più calde dell'Italia centrale e meridionale. In quelle un po' più continentali e settentrionali, invece, viene coltivata con maggiore attenzione e talvolta riparata dal gelo e dal vento. Può raggiungere anche i 10 metri d'altezza e possiede foglie oblunghe e dentate che si sviluppano a due a due in maniera simmetrica rispetto al ramo, terminando poi in un viticcio ramificato che consente alla pianta di "arrampicarsi".
I fiori sono di colore rosso-arancio, raggruppati in cime e muniti di una corolla tubulosa, lunga 4-5 cm, terminante con 5 lobi allargati. La moltiplicazione si effettua in primavera e si ottiene prelevando talee semilegnose dai germogli laterali della pianta.
Le talee dovranno essere piantate negli appositi cassoni da moltiplicazione, riempiti con sabbia. A radicazione avvenuta (dopo circa 2 mesi), le piantine dovranno essere trasferite dal substrato sabbioso da talee ad un substrato con terriccio ricco e poste in vasi di media grandezza. La coltivazione della bignonia è in generale abbastanza semplice e raramente si riscontrano gravi problemi. Bisogna soltanto prestare particolare attenzione al supporto offertole per crescere. Non sono infatti adatti reti, alberi o materiali poco resistenti. Col tempo, difatti, l’esemplare può diventare di grandi dimensioni e il peso non sarà indifferente. Le strutture metalliche potrebbero piegarsi e altri vegetali usati come supporto rischiano di venire soffocati. Sono invece adatti muretti, pali e pergolati. È molto resistente alla siccità e quindi difficilmente la perderemo anche in caso di prolungata assenza di piogge. Ad ogni modo, per ottenere una crescita veloce e abbondanti fioriture, è bene irrigare piuttosto frequentemente, in particolar modo durante l’estate.
Nella stagione fredda, invece, è bene sospendere quasi del tutto in maniera che possa entrare in riposo vegetativo, come è naturale in questo tipo di liane. L’esposizione ideale è sicuramente il pieno sole.
Al Sud possono crescere e fiorire bene anche a mezz’ombra, dove possa ad ogni modo usufruire della luce e del calore durante le ore pomeridiane. Fiorisce sugli steli ascellari sui rami dell’anno precedente. È bene quindi procedere con le potature alla fine dell’estate; in questa maniera la pianta sarà subito stimolata a produrre getti fioriferi per l’annata successiva. Vanno accorciati i rami principali ed eliminati i secondari che hanno appena finito di portare le corolle. Possiamo anche sfoltirla per favorire la circolazione dell’aria (che evita l’instaurarsi di muffe), specialmente se il fogliame risultasse molto denso. Ora è in piena fioritura un vecchio esemplare all’Orto Botanico dell’Università (SMA – Sistema Museale di Ateneo). —