MONFALCONE Li avevamo lasciati in partenza per il mondiale di Bodrum in Turchia e ora la squadra nazionale Optimist ucraina rimarrà ancora per qualche mese ospite a Monfalcone. Si tratta di una decina di persone – per buona parte ragazzi under 15 – accompagnati dall’allenatore e da due genitori, che anche prima dello scoppio della guerra fungevano da riferimento del team.
Dopo il periodo primaverile, trascorso per interessamento del Comune di Monfalcone presso il Villaggio Albatros, e la trasferta turca, in questi giorni i ragazzi sono stati impegnati presso lo Yacht Club Monfalcone in un allenamento organizzato da Claudio Demartis in vista della seconda edizione della Gold Cup, la regata che durerà fino a lunedì con 120 giovani atleti in acqua provenienti anche da Emirati Arabi, Brasile, Turchia, Slovenia e Croazia.
Punta di diamante della squadra ucraina è Danyil Mykhailichenko, che è stato primo in classifica nelle due giornate di avvio del mondiale, ma poi ha vissuto un calo delle prestazioni e ha concluso quarto assoluto. La base sportiva dei ragazzi rimane la Società Velica Oscar Cosulich di Monfalcone. «Come Svoc avevamo dato disponibilità per l’utilizzo di bar, ristorante e area nautica fin dall’arrivo del team» spiega David Tomasin, direttore sportivo del club «La nostra è innanzitutto un’azione di usuale accoglienza sportiva, che ha un risvolto sociale, ma per noi il focus rimane quello velico, anche se siamo orgogliosi della risposta dei soci».
I problemi al pulmino e al gommone della squadra sono stati risolti in tempi rapidi grazie all’interessamento della Svoc. «È difficile non apprezzare questi ragazzi» sono le parole di Giulia Pignolo, olimpionica a Pechino e allenatrice di riferimento per gli Optimist della società monfalconese «L’impressione che tutti ne ricavano è molto positiva: la loro dignità, educazione, dolcezza riesce quasi a stupire conoscendo il momento che stanno vivendo, lontani dai genitori e dalle famiglie con la paura magari di non rivederle più. È bellissimo osservarli lavorare in gruppo con grande disciplina e attenzione per i materiali siano di proprietà o prestati. Vanno visti come un esempio anche per i nostri – fortunati – atleti».
Ora la Svoc punta a una condivisione più ampia di intenti con il team ucraino: i ragazzi verranno iscritti alla società, ma correranno sempre con il numero velico della loro nazione, in cambio l’allenatore coadiuverà Giulia Pignolo nell’effettuazione di una serie di allenamenti. Ma non ci si vuole fermare qui. Il commodoro dello yacht club di Odessa, cui fanno riferimento diversi giovani timonieri, sta realizzando un progetto di scuola vela per i reduci dal fronte, cui i piccoli optimisti faranno da insegnanti. L’idea è quella di utilizzare gli scafi 2.4, attrezzati per disabili e normodotati, che la Svoc vuole regalare ai propri omologhi.
«Il commodoro è confidente che la guerra possa finire a breve e Odessa rimanga ucraina» spiega Tomasin «Non appena il conflitto si placherà organizzeremo il trasporto e renderemo ufficiale il gemellaggio tra i due circoli». Intanto per rendere tangibile la propria gratitudine, la nazionale ucraina ha regalato un Optimist alla Svoc, che verrà utilizzato a partire dall’autunno per le nuove leve del preagonismo e manterrà il numero velico ucraino a memoria di questi momenti.
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