Il bottino, secondo gli esperti che hanno analizzato l’intrusione, riguarderebbe e-mail, test del Coronavirus, documenti di identità e passaporti, documenti politici, dati relativi a bancomat e carte di credito
KLAGENFURT. Credevamo di sapere tutto sullo scandalo di Hypo Bank e sul buco miliardario che aveva portato al fallimento dell’istituto carinziano presente anche in Italia, con la direzione a Tavagnacco, ma ora forse sapremo qualche cosa in più.
Lo sapremo perché un gruppo di hacker autodefinitisi Black Cat (ma potrebbe trattarsi anche di una sola persona, chi può dirlo?) è riuscito a penetrare nel sistema informatico del Land Carinzia, scaricando 250 gigabyte di dati e minaccia di renderli pubblici.
Il bottino, secondo gli esperti che hanno analizzato l’intrusione, riguarderebbe e-mail, test del Coronavirus, documenti di identità e passaporti, documenti politici, dati relativi a bancomat e carte di credito.
Alcuni di quei giga riguarderebbero la vicenda Hypo Bank, per la quale il Land era stato costretto a farsi carico di un debito miliardario la cui estinzione richiederà mezzo secolo. Le ragioni di quell’operazione erano state chiare fin dall’inizio: ai tempi di Jörg Haider il Land si era fatto garante di Hypo Bank per importi spropositati, fino a quattro volte superiori al suo bilancio annuale, nella sconsiderata convinzione che la banca fosse inaffondabile.
Quando poi era affondata, il Land era stato chiamato a onorare il suo impegno. Ma come era stato definito l’importo a suo carico? Quali termini erano stati contrattati con lo Stato centrale, nella persona del ministro delle Finanze di allora? Sono aspetti rimasti sempre riservati, che ora forse vedranno la luce.
Naturalmente nessuno a Klagenfurt si augura che il gruppo hacker mantenga il suo proposito di rendere pubbliche le informazioni rubate. Si tratta di materiale sensibile, che riguarda la privacy di migliaia di persone.
Squadre di tecnici stanno lavorando per impedire che ciò avvenga. Ma il Black Cat appare agguerrito e ben determinato. In un primo cyber-attacco, a fine maggio, aveva sovraccaricato il sistema informatico del Land, paralizzando 3.000 computer, lo scambio di mail, l’operatività di molti uffici del Land e dei distretti mandamentali. Per togliere il disturbo aveva chiesto un “riscatto” di 5 milioni di euro in bitcoin, che il Land si era rifiutato di pagare.
Ora è ritornato all’attacco, ribadendo la richiesta. Ma questa volta la posta in gioco è molto più alta, perché la pubblicazione di dati riservati potrebbe creare molto imbarazzo. In una conferenza stampa convocata d’urgenza, il responsabile del servizio d’informazione del Land, Gerd Kurath, ha cercato di minimizzare il pericolo. Ha confermato il cyber-attacco, ma ha anche detto che non è certo che i dati siano stati copiati, potrebbero essere stati soltanto letti.
Non ha voluto dire di più – ha spiegato – per non compromettere le indagini in corso. L’autorità per la protezione dei dati personali è stata messa al corrente della situazione e, “qualora emergesse che effettivamente sono stati rubati dei dati, le persone coinvolte ne sarebbero immediatamente informate”.
Black Cat ha ribadito la richiesta di 5 milioni venerdì scorso. L’ultimatum dovrebbe scadere oggi.