In vista di Turris-Catania, riproponiamo alcune dichiarazioni rilasciate tempo fa ai nostri microfoni da Giovanni Mei, ex allenatore rossazzurro che nella stagione 1996-97 vide infrangersi i sogni di promozione in C1 perdendo lo sfortunato spareggio proprio a Torre del Greco, ma conservando il ricordo di una bella cavalcata in campionato:
Turris-Catania, che rammarico quella gara…
“Al di là della partita in sè, valida per i Play Off e che pareggiammo 0-0 all’andata, io amavo quella squadra. I calciatori li ricordo tutti, molti di loro continuo a sentirli o mi chiamano. Instaurai un rapporto bellissimo. L’incontro fu caratterizzato da una buona dose di sfortuna, non riuscendo a concretizzare le occasioni per andare a segno e centrando due pali. Al termine dell’incontro dissi ai ragazzi che tutto sommato fosse meglio così, in modo tale da andarcela a giocare a Torre del Greco senza fare tanti tatticismi. Era un modo per togliere responsabilità ai ragazzi. Ma c’è una delle poche cose che oggi non rifarei…”.
Cosa non rifarebbe?
“Alcuni giornalisti influenti crearono dei problemi e optai per un lungo silenzio stampa. C’erano tante polemiche in quel periodo, non aspettavano altro che farmela pagare, decisi di seguire la strada del silenzio stampa per proteggere la squadra. Fui ingenuo, anche se lo feci per tutelare sempre e comunque i calciatori, che in effetti si sono uniti e compattati. A livello personale pagai questa situazione, mi fecero la guerra. Alla fine sono stupidaggini, dai. Però alcuni presero la palla al balzo, ricevetti anche una denuncia all’Ordine dei giornalisti. Tutto questo ha rappresentato motivo di rammarico per me, ma sono talmente tanti i ricordi belli delle persone, purtroppo qualcuna di queste non c’è più”.
Al di là della mancata promozione, fu molto interessante il ruolino di marcia di quel Catania con lei in panchina.
“Abbiamo ottenuto risultati e punti da record. Se non avessimo fallito il rigore a Benevento sullo 0-0, saremmo arrivati secondi. Presi la squadra nei bassifondi della classifica e chiudemmo il campionato nelle zone di vertice macinando punti. Dal mercato arrivò un solo giocatore, Ferrier. Mi trovai benissimo con la famiglia Massimino. Può sembrare un paradosso ma è stato meglio avere la stima di tutti piuttosto che vincere il campionato e magari essere invidiato. I miei occhi brillano quando mi parlano della Sicilia. Quel gruppo era bellissimo nel senso autentico del termine. Pellegrino, Ricca, Cicchetti… un pò con tutti si era instaurato un rapporto intenso, a prescindere da chi fosse più espansivo o introverso. Alla lunga sono queste le cose che pagano. Leggo un bellissimo ricordo di Catania, della Sicilia e dei siciliani. Al di là dei discorsi professionali e roba del genere, mi sono trovato molto bene. E’ stata una tappa importantissima per me perchè ho conosciuto anche un popolo favoloso sotto tutti i punti di vista. Ancora oggi sono tifosissimo del Catania”.
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