PADOVA. Scomodiamo Platone quando diceva che la musica è la «ginnastica dell’anima» per dire che Padova domenica mattina ha dato una dimostrazione di pigrizia e inadeguatezza.
Un guasto all’impianto di riscaldamento dell’auditorium Pollini di via Cassan ha costretto al parziale annullamento del concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto che in occasione della Giornata della Memoria era stato organizzato con le musiche di Gustav Mahler e Arvo Pärt.
Gli orchestrali si sono trovati con 12 gradi sul palco, dita intirizzite e corde scordate per il freddo. Il pubblico non si è neppure tolto il giubbotto. Una situazione indecorosa, che il Comune ha promesso di sanare al più presto. Ma il vicepresidente dell’Opv Paolo Giaretta rilancia: «Nel prossimo mandato la città dovrà avviare la progettualità per il nuovo auditorium. I tempi sono maturi».
IL CONCERTO SALTATO
In programma c’era il ricordo della Shoah attraverso le parole di Paul Celan intrecciate ai suoni di Gustav Mahler e Arvo Pärt. Il titolo del concerto era “Mahler Celan Pär” e l’evento aveva ottenuto il patrocino della Comunità ebraica. Ma alle 11 quando il pubblico stava entrando nella sala dell’auditorium Pollini si è scoperto che l’impianto di riscaldamento era andato in blocco. I tecnici hanno provato a riavviarlo ma non c’è stato nulla da fare. Per salvare un po’ la situazione – l’evento era a ingresso gratuito – l’attore Daniele Nigris ha portato in scena la parte teatrale dell’evento, ma senza il “dialogo” con la musica previsto nel programma. Una situazione imbarazzante per molti: «Purtroppo gli impianti sono vetusti e andrebbero rifatti – spiega il vicepresidente – So che il Comune sta già predisponendo un’ipotesi di intervento. Dispiace che questo inconveniente sia avvenuto in una giornata di così alto rilievo simbolico, per cui tutta l’Opv si era spesa. È importante che, man mano che si allontana il ricordo diretto dei protagonisti, siano musica e letteratura a tenere viva la memoria».
UN NUOVO AUDITORIUM
Un’ennesima mortificazione per l’ambiente musicale padovano. Ed è quindi naturale una considerazione più “politica”: «È stata trovata una soluzione per il Conservatorio che è importantissimo perché lì si formano i nuovi musicisti – osserva Giaretta – Adesso il prossimo mandato dovrà essere quello della realizzazione di un nuovo spazio per la musica. Realisticamente è un impegno di spesa di una ventina di milioni di euro, un costo che la città può sostenere». E dopo il tramonto dell’ipotesi di utilizzare Palazzo Foscarini, Giaretta mette sul tavolo due possibili soluzioni: «C’è la possibilità di intercettare la trasformazione in atto della Fiera, mettendo a fianco del Centro congressi e dell’Arena per la musica pop anche uno spazio per la classica. Diventerebbe un vero e proprio polo degli eventi – spiega l’ex sindaco – Altrimenti c’è la proposta di AmoPadova di usare l’area dell’ex Prandina».
PERIODO DURISSIMO
L’annullamento di un concerto può capitare. Ma in questo periodo fa ancora più male: «Purtroppo c’è moltissima incertezza, soprattutto sugli organici: può ammalarsi all’ultimo momento il solista o un musicista. E questo crea problemi di committenza – spiega Giaretta – E nonostante questo Opv ha concluso il 2021 con 86 concerti e per l’anno in corso ne abbiamo in programma 94 con una buona risposta di pubblico». —
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