foto da Quotidiani locali
ROVEREDO IN PIANO. Addio a Silvano Liva: l’ex sindaco di Roveredo in Piano, attivo per decenni anche nel mondo del volontariato sociale, si è spento venerdì 21 gennaio nella sua abitazione. Aveva 95 anni.
Nato a San Giovanni al Natisone il 22 ottobre 1926, era figlio di un casaro che approdò a Roveredo dove Silvano conobbe quella che sarebbe diventata moglie e compagna di una vita, Lidia Cadelli.
Emigrarono in Svizzera da fidanzati per rientrare in Italia negli anni Cinquanta grazie all’incarico da insegnante ricevuto da Silvano nella scuola professonale di Ampezzo Carnico.
Si sposarono nel 1953 e dalla loro unione nacque il primogenito Renzo, che sarebbe diventato a sua volta sindaco e poi consigliere regionale.
Il modesto stipendio costrinse la coppia a una nuova avventura all’estero, stavolta in Liberia: tre anni a costruire l’ambasciata tedesca a Monrovia, quindi il rientro a Roveredo. La famiglia si ampliò nel 1960 con la nascita di Denis.
Silvano Liva trovò lavoro in importanti imprese edili della provincia e nel contempo venne eletto sindaco di Roveredo per due tornate amministrative, tra gli anni Sessanta e Settanta. Non dimenticò mai le radici friulane tanto che, anche negli ultimi giorni, amava rievocare una località che gli era rimasta nel cuore: Cornappo di Nimis.
Direttore e poi presidente della Cooperativa di lavoro, guidò anche la Coop di consumo. Una volta in pensione fondò l’Auser e ne fu il primo presidente; attivo della Pro loco si mise a disposizione della Virtus Calcio quando non navigava in buone acque.
Diplomato al Malignani di Udine, era orgoglioso di essere stato un buono studente. Si recava di frequente alla Rsa dove leggeva giornali, libri e racconti agli anziani degenti. Da questa esperienza, da quei pomeriggi di interazione nacque il suo primo libro di racconti.
Poi “La Merica” (Omino Rosso), dove, sotto altri nomi, si narravano storie di emigrazione locale e di famiglia, mettendo in luce la fatica del mondo agricolo e la voglia di riscatto e di libertà che si realizza con il viaggio oltreoceano.
Figura della sinistra sociale moderata, nel dopoguerra era vicino al Pci, pur rimanendo molto laico, non ideologico né estremista.
Oltre alla moglie e ai due figli, Silvano Liva lascia la sorella Fernanda Bianca, le cognate, nipoti e cugini: una famiglia numerosa, che non gli ha mai fatto mancare tutto l’affetto e il calore, sino alla fine.