ROMA. «Se Draghi va al Quirinale, c'è contestualmente un nome già deciso come premier di un esecutivo che ha Salvini agli Interni e Di Maio agli Esteri, come nel primo governo Conte- sostiene Vittorio Sgarbi-. Con la differenza che questa volta è una maggioranza di centrodestra e M5S senza il Pd. Altrimenti, se Draghi lo impone, anche il Pd. Non c'è possibilità che Draghi faccia sciogliere nulla perché la sua nomina al Colle è contestuale all'indicazione del presidente del Consiglio. È chiarissimo».
Possibilità
«Forza Italia ha varie possibilità- aggiunge Sgarbi a Rtl 102.5-. Silvio Berlusconi potrebbe fare un nome nell'area di Forza Italia rimanendone leader. Quel nome, mettiamo la Casellati, è un nome che è espresso da Forza Italia e contemporaneamente lascia a lui il partito. Se il nome è esterno, come potrebbe essere Draghi, allora si può dire che può uscire perfino una votazione. Mi pare che se lui ragiona riesce ad uscire dalla partita vincitore perché di fatto in questo momento si parla solo di lui. Anche se non si candida ha tenuto fin qui e può decidere. Domani o dopodomani deve dire il nome che propone agli altri. Una volta fatto la partita è chiusa e lui in qualche modo l'ha guidata», conclude Sgarbi.
In gara
Silvio Berlusconi «mi ha detto che ha cento voti in più e così abbiamo cominciato una serie di telefonate entusiasmanti», aveva riferito ieri Sgarbi alla 7, e « mi ha fatto sapere da una fonte molto informata e molto vicina che si ritiene ancora in gara e quindi il mio dovere non l'ho ancora finito. Da quello che ho capito deve sciogliere la riserva presso gli alleati, e lui si riserva fino a domenica». Berlusconi , dunque, farà un passo indietro, come ipotizzato da Matteo Renzi ("va verso il ritiro, vedremo le modalità con le quali lo comunicherà")? E se fosse così, proporrà già domenica un nome per il Quirinale? Quest'ultima ipotesi non è affatto scartata dalle parti di Arcore, e in qualche modo viene anticipata da Vittorio Sgarbi secondo il quale il Cav sta elaborando proprio in queste ore un candidato alternativo. «So che lo proporrà, e so quale proporrà», annuncia il deputato che nelle ultime settimane ha portato avanti l' “operazione scoiattolo”: «Non credo farà il nome di Mattarella. Moratti? Lo escludo. Cartabia? Non sa chi sia. Casellati? Non posso dire niente, è la presidente del Senato. Quello che io mi auguro è che lui dia un segnale di grande maturità e di capacità di dire che occorre una figura che unisce».
Entro domenica
Entro domenica, quindi, Silvio Berlusconi scioglierà la riserva sulla sua eventuale candidatura al Quirinale. La decisione del leader di Forza Italia, rimasto ad Arcore in questi giorni a studiare la situazione e a riflettere sul da farsi, arriverà perciò alla vigilia dell'inizio delle votazioni a Montecitorio per eleggere il successore di Sergio Mattarella. Non è chiaro però se alla fine sarà convocato un vertice di centrodestra o se invece il Cav comunicherà con gli alleati della coalizione da “remoto".