Non sarà shopping sfrenato, ma certo il volume di affari da parte di aziende, società o banche ungheresi in Slovenia negli ultimi cinque anni fa pensare a un piano ben preciso di movimento di capitali. E di potere.
L’ultimo tassello del mosaico è costituito dall’acquisizione di un fondo magiaro, il Diofa Asset Management del controllo del pacchetto di maggioranza della società Sava che è proprietaria di Sava Turizem, azienda che ha molti hotel e piscine sulla costa, a Bled e nella parte orientale Slovenia. Si tratta di una posta dal valore di circa 250 milioni di euro, per un totale di quasi tremila camere d'albergo in cinque destinazioni (Bled, Moravske toplice, Radenci, Ptuj, Bernardin) e il campo Lucija.
Il governo della Slovenia ha recentemente concordato il piano annuale per la gestione degli investimenti di capitale del Paese per il 2022. La Holding statale slovena (Sdh) ha anche preparato una parte speciale del rapporto riservato con i piani industriali delle aziende. In esso è prevista anche la possibilità di vendere il gestore di telefonia mobile Telekom Slovenija e la quota statale di Sava. Che sia così è stato indirettamente confermato alla fine della scorsa settimana dal ministro dell'Economia Zdravko Počivalšek, il quale ha affermato che non c'era abbastanza tempo per vendere l'operatore nazionale fino alla fine del mandato di questo governo. Anche Janez Žlak , il direttore del Sdh ha pubblicamente confermato che la vendita di Sava è uno degli scenari possibili .
Finora si pensava che lo stato, cioè il Sdh, avrebbe rafforzato le sue quote di proprietà nelle aziende turistiche e le avrebbe unite sotto lo stesso tetto nella holding turistica statale. Per una tale riforma si era impegnato e molto lo stesso ministro Počivalšek. Il piano di gestione di Sdh per il 2022 prevede però anche altre opzioni tra cui, come detto, la vendita di parte della proprietà di Sava.
Della società Sava, Sdh e Kapitalska družba (Kad) detengono un totale del 47% delle azioni, mentre lo statunitense York Financial Fund detiene il 43%. Ci sono state discussioni da tempo tra la proprietà statale e York in merito all'acquisto della quota di York, ma poiché non è stato raggiunto un accordo, York ha cercato un altro acquirente trovandolo, secondo le informazioni acquisite dal quotidiano Delo di Lubiana, nel fondo ungherese Diofa Asset Management. Oltre a York però, anche il Sdh sta valutando la possibilità di vendere la propria quota a Diofa mantenendo solamente una soglia del 25% come previsto nell’attuale strategia di gestione degli investimenti.
Diófa Asset Management è stata fondata nel 2009 con particolare attenzione alla gestione patrimoniale dedicata per i fondi pensione. Inoltre, si concentra anche su investimenti immobiliari e soluzioni personalizzate per clienti istituzionali. Dal 2020 è di proprietà della società di investimenti Indotek Group, controllata da Dániel Jellinek e uno dei più importanti uomini d’affari ungheresi. Secondo una ricerca del portale ungherese Direkt36.hu, Jellinek è vicino al genero di Viktor Orbán, István Tiborcz.
Se lo Stato sloveno decidesse effettivamente di ridurre la sua quota in Sava, che secondo l'attuale classificazione dei beni statali è uno degli investimenti per cui bisogna mantenere solo il 25 per cento della proprietà, gli ungheresi diventerebbero con due miliardi di investimenti il secondo partner più importante nel Paese dopo l’Austria. Gli ungheresi sono già presenti in Slovenia nei settori del commercio di petrolio, in quello bancario dove controllano con due istituti di credito la maggioranza del mercato creditizio in Slovenia, in quello turistico, dei media e automobilistico. —
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