SAN DANIELE. «Berlusconi non sarà mai il mio presidente». Una categorica, tassativa presa di posizione contro l’ipotesi di candidatura del fondatore di Forza Italia al Quirinale è apparsa sull’home page del sito del Festival Costituzione di San Daniele, curato dall’Associazione per la Costituzione, che invita esplicitamente la comunità a votare una petizione - su una piattaforma online - finalizzata a fermare la corsa al Colle di Silvio Berlusconi.
Immediata la reazione del sindaco del Comune collinare, Pietro Valent, che non l’ha presa affatto bene e che martedì 18 gennaio – fallito un tentativo di “conciliazione” – ha inviato al sodalizio formale richiesta di immediata cancellazione di ogni riferimento al municipio «su qualsivoglia materiale digitale presente in rete e riferibile all’attività dell’associazione per la Costituzione», preannunciando – a riprova dell’entità della frattura – che l’amministrazione non ne patrocinerà le future iniziative.
«L’accaduto – dichiara il primo cittadino – mi ha sconcertato. È inammissibile che una realtà associativa apartitica, che gode del patrocinio e anche del sostegno economico di istituzioni pubbliche e che l’amministrazione civica ha sempre appoggiato proprio per l’approccio super partes finora dimostrato, affronti il delicato tema dell’elezione della massima carica dello Stato attaccando in maniera così vile uno dei possibili candidati.
Ed è intollerabile che il logo del Comune, insieme a quelli di altri enti che hanno patrocinato varie attività del sodalizio, sia presente sul sito dello stesso, affiancato – mi auguro inconsapevolmente – all’espressione della sua posizione politica.
Ho preso contatti con il presidente dell’Associazione Costituzione, Paolo Mocchi, per esprimergli tutto il mio disappunto: la risposta è stata che il direttivo ha ritenuto giusta e corretta la pubblicazione e che ne rivendica il diritto».
Mocchi e il direttivo da lui presieduto, però, non si spostano di un millimetro: «L’Associazione per la Costituzione – premettono – cerca da sempre di diffondere i principi della Carta; nel suo statuto si dichiara apartitica, ma ciò non significa che sia apolitica.
Il consiglio direttivo ritiene che qualora fondamentali passaggi della Costituzione italiana, vengano fortemente disattesi, sia suo dovere prendere pubblica posizione.
Siamo contrari al pensiero unico e acritico; amiamo quello libero, alto, senza interessi diretti e indiretti da tutelare.
Noi cerchiamo di portare avanti, pur con le imperfezioni che caratterizzano l’agire umano, quelli della comunità tutta, attraverso i valori scolpiti nella Carta».
E se nelle istituzioni l’Associazione «crede», meno fiducia viene riposta nell’uomo, «che talvolta o spesso si può discostare dai valori costituzionali».
Quella assunta, si rivendica poi, è una presa di posizione «pubblica, trasparente, cristallina, a viso aperto, esattamente il contrario del termine “vile” , erroneamente utilizzato dal sindaco di San Daniele».
«I vili – contesta il consiglio – sono le persone senza dignità, categorie lontane dal pensiero e dall’azione di noi associati.
Visti i nostri fini statutari chi doveva trattare il tema dell’elezione del presidente della Repubblica, se non noi? I maggiori costituzionalisti italiani, che hanno fatto la storia del Festival Costituzione, i relatori e uno tra i più grandi studiosi degli ultimi 50 anni, Zagrebelsky, la pensano come noi».