Il consiglio deve definire la "long list" delle candidature da sottoporre all'assemblea dei soci. Voci di un passo indietro anche da parte di Sabrina Pucci, espressione di Crt. Nel principale gruppo assicurativo italiano è in atto un scontro che dura da mesi. Da un lato c'è lo storico azionista di maggioranza del Leone di Trieste, vale a dire Mediobanca che tra partecipazioni dirette e azioni "in prestito" presidia una quota del 17,2%. Dall'altro ci sono appunto Caltagirone e Del Vecchio insieme a Fondazione Crt con un pacchetto di azioni del 16% circa
L'articolo Generali, consiglio ad alta tensione dopo le dimissioni di Caltgirone e di Bordin, rappresentante di Del Vecchio proviene da Il Fatto Quotidiano.
Riunione calda, iniziata nel primo pomeriggio e ancora in corso, per il consiglio di amministrazione di assicurazione Generali. I consiglieri hanno iniziato il confronto nel primo pomeriggio. Due in meno dei 13 previsti poiché Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bordin, uomo del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio, si sono dimessi nei giorni scorsi. Il Sole24Ore riporta voci di un passo indietro della consigliera Sabrina Pucci, espressione di Fondazione Crt. Le motivazioni ufficiali del passo indietro di Caltagirone e Del Vecchio sono le divergenze sul modo in cui il gruppo viene gestito ma la mossa è in realtà strategica. Il cda di oggi deve definire la “long list” dei candidati al ruolo di presidente e amministratore delegato da sottoporre all’assemblea dei soci in agenda per il prossimo 29 aprile. La giostra dei nomi ruota vorticosa: Paola Severino, Patrizia Grieco, Vittorio Grilli, Domenico Siniscalco, Sergio Balbinot, Matteo Del Fante, Lorenzo Pelliccioli. L’attuale a.d. di Poste Italiane Del Fante sarebbe il nome su cui punta con più decisione il duo Del Vecchio- Caltagirone.
Nel principale gruppo assicurativo italiano è in atto un scontro che dura da mesi. Da un lato c’è lo storico azionista di maggioranza del Leone di Trieste, vale a dire Mediobanca che tra partecipazioni dirette e azioni “in prestito” presidia una quota del 17,2%. Dall’altro ci sono appunto Caltagirone e Del Vecchio insieme a Fondazione Crt con un pacchetto di azioni del 16% circa. In mezzo i Benetton ( 3,9%) con una posizione di neutralità non ostile ai due imprenditori. Il disimpegno dal Cda consente però a Del Vecchio e Caltagirone di rastrellare altre azioni in silenzio. Possono salire fino al 19,9% senza segnalarlo e quindi superare Mediobanca. L’attuale management, il francese Philippe Donnet come amministratore delegato e Gabriele Galateri di Genola in veste di presidente, è espressione di piazzetta Cuccia che naturalmente lo sostiene. Ieri Galateri di Genola ha rimandato al mittente i rilievi sulla gestione del gruppo: ” La società ha sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, nell’interesse di tutti gli stakeholder. Principi, questi, a cui confermo ci si è sempre attenuti nei rapporti con tutti i consiglieri, senza eccezione alcuna e in ogni occasione”, ha affermato.
Tre giorni fa l’Ivass (Istituto che vigila sulle imprese assicurazioni) ha affermato di “seguire con grande attenzione questa fase, interessata al buon funzionamento della compagnia e del mercato”. Oggi il titolo Generali ha chiuso in rialzo dell’ 1,5% (a fronte di un calo dell’indice dello 0,7%), nell’ultimo anno le azioni sono salite di oltre il 30%, così come altri big europei del settore. I tamburi di guerra non dispiacciono ai mercati. Campo di battaglia parallelo è la stessa Mediobanca dove Leonardo Del Vecchio è primo azionista con il 18,9% e Francesco Gaetano Caltagirone possiede un altro 3%.
L'articolo Generali, consiglio ad alta tensione dopo le dimissioni di Caltgirone e di Bordin, rappresentante di Del Vecchio proviene da Il Fatto Quotidiano.