MANTOVA. Attori di teatro in Italia ce ne sono molti. Ma Glauco Mauri fa parte di quella ristretta cerchia di grandi, e come tutti i grandi, quelli veri, quando parli con lui ti senti subito a tuo agio. Dal punto di vista artistico c’è gerarchia, lui sopra e noi sotto, ma dal punto di vista umano la differenza non c’è e ti senti uguale a lui, lui ti fa sentire uguale. «Ho cominciato a recitare il primo gennaio 1946 quando avevo 15 anni e tre mesi» dice. Da allora non ha mai smesso e ora è felicissimo di tornare a Mantova, città tra i suoi ricordi più cari. A casa, a Pesaro, dove è nato nel 1930, ha una foto che lo ritrae mentre si sta truccando nel camerino del teatro Sociale di Mantova per un “Macbeth”, molti anni fa, quando il teatro era anche sala cinematografica. A Mantova c’era già stato altre volte, anche da giovane, nel 1957 e 1958.
Ora, alla rispettabile età di 91 anni, ritorna mercoledì 19 gennaio sul palcoscenico per due ore e 50 minuti di spettacolo (compreso l’intervallo) confrontandosi con “Re Lear” di Shakespeare. «Non mi sono mai sentito all’altezza» dice con l’umiltà dei grandi. «Non è solo l’uomo Lear - prosegue - ma è la storia dell’umanità, si parla di tutta la vita, c’è il problema dell’amore, della gioventù, della vecchiaia: tutti i momenti dell’essere umano, un caleidoscopio di emozioni e di sentimenti». E c’è la difficoltà: «Occorre non tanto la ricchezza tecnica che acquisti in anni di lavoro, quanto la ricchezza degli anni che hai vissuto, quella ricchezza bella e dolorosa che ti dà la vita. È questo che aiuta a interpretare “Re Lear”, conta il bagaglio umano che ti ha dato il tempo della tua vita».
Nella sua lunga carriera Mauri ha dato vita a 24 personaggi shakespeariani. Affronta per la terza volta “Re Lear”, la prima è stata nel 1984 e la seconda nel 1999, per un totale di 500 repliche.
Per la stagione di prosa Mantova Teatro mercoledì alle 21 al Sociale Glauco Mauri e Roberto Sturno porteranno dunque in scena “Re Lear” per la regia di Andrea Baracco. La più titanica tragedia shakespeariana affronta il dramma dell’amore padri-figli e della pazzia, raccontando le fragilità dei personaggi con il linguaggio universale del conflitto generazionale. Accanto a Mauri e Sturno, in scena Marco Blanchi, Dario Cantarelli, Melania Genna, Linda Gennari, Francesco Martucci, Laurence Mazzoni, Woody Neri, Giulio Petushi, Emilia Scarpati Fanetti, Francesco Sferrazza Papa. Traduzione di Letizia Russo, riduzione e adattamento di Baracco e Mauri. Scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta, musiche di Giacomo Vezzani e Vanja Sturno, luci di Umile Vainieri. Produzione Compagnia Mauri Sturno-Fondazione Teatro della Toscana.
Prezzi: platea 30 euro, palchi 25, loggia e loggione 15, studenti superiori (loggia e loggione) 10, studenti e allievi scuole teatro (palchi, loggia e loggione) 15 euro. Ridotto in convenzione Teatrinsieme 20 euro per i palchi e 25 per la platea.
Biglietti in vendita online su Ticketone.it e in biglietteria del Teatro Sociale (piazza Cavallotti 14/a) domani dalle 10 alle 13. Info: www.mantovateatro.it. La stagione di Mantova Teatro è organizzata da Fondazione Umberto Artioli.