Era stato uno dei primi a vincere il Covid. Il funerale lunedì al Tempio Ossario
UDINE. Una malattia gli ha tolto le forze fisiche, ma non la sua grande forza d’animo che gli ha permesso di stare accanto ai suoi cari, con le parole e con il cuore, fino alla fine. Giorgio Gomboso, titolare di un studio di ragioneria ed elaborazione dati di Feletto Umberto, è morto mercoledì scorso. Aveva 58 anni.
E nel 2020 era stato tra i primi ad ammalarsi di Covid e a riuscire a sconfiggere il virus grazie alle terapie con ossigeno ed ozono. Grande appassionato di sport, aveva gareggiato sugli sci, nel calcio e anche in moto.
A un corso di presciistica, organizzato dallo Sci club di Feletto, di cui faceva parte, nel 1998 aveva conosciuto l’amore della sua vita, Katja che poi aveva sposato nel 2000 nel Santuario del monte Lussari. Insieme hanno avuto due figlie che ora frequentano il liceo.
Nato a Udine il 26 luglio del 1963, Giorgio Gomboso aveva frequentato le scuole elementari alla Pascoli e le medie alla Ellero. Si era poi iscritto al Marinoni e, mentre faceva ancora le superiori, aveva cominciato a collaborare con lo zio Gernaldo Bassi dal quale, alcuni anni fa, aveva ereditato l’attività che ha sede in via Cincinnato, appunto a Feletto.
«Lui era specializzato nell’elaborazione delle paghe – racconta sua moglie Katja –, ha lavorato con gli zii, ai quali era molto affezionato, per oltre trent’anni. Era una persona con straordinarie doti di memoria e di precisione che di certo erano importanti nella sua professione. Ma era soprattutto un uomo che sapeva affrontare la vita con ottimismo.
Era infatti sempre positivo – spiega ancora la consorte – e non si arrabbiava quasi mai. Era generoso e benvoluto da tutti. Ha sempre mostrato una dedizione totale e assoluta alla famiglia. Le nostre figlie sono sempre state la sua ragione di vita. Era talmente fiero e orgoglioso di loro e della famiglia che aveva costruito e che era al centro del suo mondo».
Dopo aver vinto la sua battaglia contro il Covid, si era ammalato, circa un anno fa. E si era sempre curato, con tenacia e convinzione. Ma purtroppo non è bastato. Troppo aggressiva la patologia che lo aveva colpito. «Tra le sue qualità – riferisce ancora la moglie Katja – c’era anche un grande autocontrollo. Se n’è andato serenamente, parlandoci fino all’ultimo e facendoci le sue raccomandazioni. Oggi, dopo aver ricevuto tanti messaggi e telefonate di vicinanza, sono qui, con le mie figlie. Ci stiamo prendendo il nostro tempo per parlare di lui».
A salutare Giorgio Gomboso anche “i papà del caffè del sabato”, il gruppo di amici nato quando tutti accompagnavano i loro figli a scuola e poi trasformatosi in un’importante e duratura amicizia. I funerali saranno celebrati lunedì alle 15.30 nel Tempio Ossario.
