FERRARA. Alessandro Gulinati, guida turistica e uno dei leader dei no vax, dovrà dare spiegazioni agli inquirenti che indagano su di lui, che hanno deciso il blitz in casa sua con perquisizione e sequestro di computer, cellulari, tablet e pen drive, materiale informatico che potrebbe - almeno secondo le ipotesi investigative - portare i riscontri del reato contestato: istigazione a delinquere, ossia, incitare qualcun altro a fare qualcosa. Un “reato di pericolo” spiegano gli addetti ai lavori contro cui i difensori di Alessandro Gulinati, gli avvocati Claudio Maruzzi e Pasquale Longobucco, hanno già le idee chiare e sottolineano la insussistenza del reato: «Il paragone tra i medici nazisti e la sorte che hanno avuto a Norimberga, e i medici vaccinatori di questi tempi va contestualizzato e il richiamo alla non impunità dei crimini, pur sicuramente poco ortodossa, non contiene istigazioni al pubblico a commettere reati, essendo una mera propalazione astratta priva di contenuto concretamente offensivo».
Poche righe, per una difesa al momento tecnica e preliminare in attesa di eventuali sviluppi dell’inchiesta di procura e Digos. Inchiesta che dopo le feste registrerà un altro sviluppo: la procura nominerà un consulente terzo per svolgere una perizia su tutto il materiale che verrà estratto con la copia forense: un modo questo per verificare la posizione di Gulinati, rammentando che l’indagine è stata aperta proprio per poter eseguire questa verifica. I contatti, con la rete di No vax, con gruppi eversivi contro i vaccini e tanto altro. Nel caso o dovesse essere trovato nulla, la procura valuterà come già fatto in altri casi l’archiviazione.
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