Investimenti, anche sull’innovazione. Il Sant’Anna è un ospedale che svolge un’attività a tutto campo e l’impegno contro la pandemia rappresenta un tassello, seppur importantissimo, del suo presente. Assieme a chi lavora ogni giorno in corsia per fronteggiare il Covid, altri operatori (sanitari, tecnici, amministrativi) sono impegnati per mettere l’ospedale nelle condizioni migliori di svolgere la propria “missione” in quello che si può definire un ambito ordinario.
«Stiamo utilizzando un fondo di 5 milioni di euro per rendere più accessibile e sicuro il pronto soccorso e altri reparti dell’ospedale – spiega la commissaria straordinaria Paola Bardasi – L’idea è di rendere alcuni servizi in grado di operare a diversi gradi di intensità». La quota riservata al pronto soccorso è di 2,2 milioni. «In ottobre si sono conclusi i lavori al ps ostetrico, entro il 20 dicembre è stato completato l’intervento nel ps pediatrico, entro fine gennaio dovrebbe tornare completamente fruibile il ps generale (tra gli impianti utilizzabili senza spostare i pazienti c’è anche una Tac). Altri 3.1 milioni saranno destinati alla terapia intensiva e semintensiva – precisa Bardasi – entro primavera-estate saranno infatti attivati 8 letti più 8 di semintensiva (in ospedale oggi manca), poi sarà migliorata la fruibilità di 20 posti di intensiva in altri blocchi dell’ospedale». Il Pnrr, precisa la commissaria, porterà 5.2 milioni di euro per la digitalizzazione e informatizzazione dei servizi. Per la tecnologia saranno disponibili 2.8 milioni (angiografi, mammografi, eco, gamma camera, etc.). Per l’edicola, chiusa nelle scorse settimane, si sta cercando una soluzione praticabile «coinvolgendo il volontariato». Al S. Anna entrerà la chirurgia robotica, si creerà una piastra di biologia molecolare (Oncologia), si punterà sulla medicina di genere, sulla riabilitazione e sul personale, conclude Bardasi, «che ha sostenuto uno sforzo veramente encomiabile».
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