UDINE. Le valutazioni sono proseguite fino a ieri sera e sono destinate a proseguire no stop anche durante le festività per cercare una soluzione al problema che sta mettendo a dura prova le aziende e la loro marginalità: il caro energia. I prezzi di gas ed elettricità sono in cima alle preoccupazioni delle imprese manifatturiere e hanno indotto alcune realtà alle prime contromisure.
Anche in regione. Da Fantoni, azienda friulana produttrice di pannelli, che ha sospeso l’acquisizione di nuovi ordini fino al prossimo 6 gennaio, ad Abs che dopo aver valutato l’ipotesi di anticipare il fermo impianti, alla fine ha deciso di chiudere il 24 dicembre e riaprire, salvo diverse indicazioni, il prossimo 7 gennaio.
A dicembre i rincari sono stati vertiginosi. Il gas è aumentato del +572% rispetto a un anno fa, l’energia del +445%, passata da un prezzo medio di 59,02 euro/Mwh a 322,24 euro/MWh, con un massimo di 425 euro.
Aumenti vertiginosi che impattano pesantemente sugli equilibri finanziari delle aziende e sulla marginalità. Impensabile scaricarli in toto sui clienti.
Altrettanto assorbirli a meno di non voler produrre in perdita. Da qui le misure straordinarie che alcune aziende in queste ultime ore hanno iniziato ad adottare e che altre stanno valutando.
L’azienda di Osoppo come detto ha deciso di sospendere l’acquisizione di nuovi ordini durante il periodo di festività natalizie.
«In attesa – spiga il presidente Paolo Fantoni – di una migliore visibilità sui prezzi delle materie prime, sui costi energetici e derivati (come l’urea) che oggi hanno superato il 50% dei costi di produzione: ormai produciamo pannelli fatti di chimica ed energia più che di legno». Pannelli che hanno raggiunto un prezzo di vendita doppio rispetto a un anno fa
Fantoni teme la perdita di competitività. Non tanto in Europa, «dove i nostri concorrenti sono alle prese con problemi simili ai nostri», quanto negli Usa e in Russia, «dove l’impressione è che non stiano soffrendo analoghi aumenti dell’energia e del gas.
A questi poi si aggiungano i costi dei noli, andati alle stelle: tre mesi fa ci lamentavamo che i costi dei container per gli Stati Uniti erano passati da 3.500 a 15.000 dollari, adesso siamo a 24.000».
Al netto dei rincari, il portafoglio ordini di Fantoni è importante e la produzione a Osoppo non è destinata a fermarsi che per qualche giorno all’inizio dell’anno prossimo. Il tempo necessario per le manutenzioni.
«Nel frattempo – dichiara ancora l’imprenditore friulano – ci aspettiamo dal Governo qualche iniziativa forte».
Fantoni non è l’unica realtà a fare i conti con i rincari. Le acciaierie, dall’Abs di Cargnacco alle Ferriere Nord di Osoppo passando per Arvedi a Trieste, stanno monitorando con altrettanta attenzione il caro energia. E se l’impianto della città giuliana tanto quello del gruppo guidato da Federico Pittini non hanno adottato alcuna misura straordinaria per attutire il colpo dei rincari – Ferriere Nord fermerà gli impianti per le consuete operazioni legate alle manutenzioni straordinarie –, Abs ha invece “rischiato” lo stop produttivo in anticipo di un giorno rispetto al calendario. «Abbiamo valutato la possibilità di fermarci prima, ma per evitare di creare un danno ai nostri clienti alla fine abbiamo deciso di confermare lo stop a partire dal 24 dicembre» ha fatto sapere ieri l’Ad di Abs, Stefano Scolari, che l’ipotesi di una ricalibratura del periodo di fermo l’ha però solo rinviata all’inizio del 2022, alla vigilia del 7 gennaio, quando gli impianti dovrebbero ripartire, salvo diversa decisione. «Valuteremo se ci saranno le condizioni» ha concluso Scolari. Viceversa lo stop potrebbe prolungarsi. E a distanza di due settimane potrebbe anche non essere l’unico. —
