Peggio di Wuhan, la Cina isola in lockdown 13 milioni di abitanti ricorrendo anche alle maniere forti. E allora, sul web, specie dai social, trapelano le maniere forti usate dalle autorità per obbligare gli abitanti della della città cinese di Xi’ian alla reclusione e all’isolamento. Immagini che registrano sequenze di costrizioni fisiche e scenari da incubo alla Squid Game. Solo che stavolta non si tratta di una serie tv: quello che sta accadendo nel gigante asiatico non è una fiction, ma la cruda realtà.
Del resto, tra poche settimane Pechino ospiterà le Olimpiadi invernali. E anche se il nuovo focolaio è scoppiato a ben 1000 km di distanza, è la linea dura quella che – secondo il governo cinese – premia. E così, a un mese e mezzo dall’inizio delle gare, la città cinese di Xi’ian con i suoi 13 milioni di abitanti, è entrata nel mirino del lockdown severo. Quello deciso dalle autorità locali in nome della cosiddetta strategia “Zero Covid” del governo cinese, che punta a limitare al massimo – e da subito – i contagi, a circa una decina di casi giornalieri. Ma nella città, capoluogo della provincia di Shaanxi, di infezioni se ne sono registrate circa un centinaio. E così, dalla mezzanotte di giovedì 23 dicembre, è scattato il confinamento casalingo. Con gli abitanti autorizzati ad uscire – e una sola persona alla volta – esclusivamente per motivi di assoluta emergenza.
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Come spiegato, allora, la decisione del lockdown severo sarebbe arrivata dopo l’emergere di alcune decine di casi di contagio: le autorità locali hanno riferito di 63 casi di infezione nei giorni scorsi. Con un focolaio che si è sviluppato a partire da “casi importati”. Pertanto, i residenti sono per lo più costretti a stare in casa, con poche eccezioni. Stando a quanto stabilito con decreto, ogni famiglia può designare una persona incaricata di andare a fare la spesa ogni due giorni. Al momento non ci sono notizie circa la variante responsabile delle infezioni, ma le autorità cinesi hanno invitato la popolazione della città a recarsi in ospedale. O a chiudersi in casa con le persone più vicine in caso di contagio.
Per contribuire a controllare il diffondersi del virus sono anche pronti milioni di test. Nel frattempo le scuole sono state chiuse e così i negozi che non riforniscono di beni di prima necessità. Interrotti anche molti servizi nei trasporti. Cancellati, infine, la maggior parte dei voli verso la città. Insomma, Pechino ha reagito ordinando la chiusura totale dell’area. Attuando restrizioni tra le più varate fin qui dal 2020, quando Wuhan è stata isolata dopo l’individuazione dei primi casi di Covid. Dopo l’obbligo universale di indossare le mascherine e i test di massa, recentemente le misure di contenimento dei focolai sono diventate via via sempre più mirate. Stringenti e qualcosa di più. Tanto che sul web, anche a causa del video postato in basso, che ritrae la punizione fisica di un cittadino preso a calci da uomini in tuta anti-Covid, monta la denuncia: la Cina sembra essere ritornata alle maniere forti per azzerare la circolazione del virus.
Sotto, un video del nuovo lockdown nel Nord della Cina (Shaanxi) da Youtube. Più in basso ancora, le immagini da Twitter di un cittadino che si oppone alle misure previste dall’autorità cinese.
Si, li vogliono chiudere a calci però. pic.twitter.com/CXryyhUPkk
— Enzo (@EnzoCare2) December 23, 2021
L'articolo Cina, 13 milioni di cittadini in lockdown: costretti anche con la forza. Le immagini inquietanti (video) sembra essere il primo su Secolo d'Italia.