Mascia Meini e Paolo Francesconi hanno addobbato abitazione, giardino e uliveto con una moltitudine di luci
SERAVEZZA. C’è un luogo, nella frazione di Pozzi nel comune di Seravezza, dove non rimanere affascinati dalla magia del Natale risulta un’impresa impossibile, anche per i cuori più algidi. Se poi ci si cala nei panni di un bambino, la sensazione di stupore diventa impareggiabile. Percorrendo via Naveri, una strettoia di paese immersa negli uliveti della piana quercetana, lungo il suo ciglio in questi giorni si potrà infatti notare un cartello stradale del tutto atipico, attorniato da un inimmaginabile spettacolo di luci e colori: «Attenzione – recita l’indicazione – moderare la velocità: attraversamento Babbo Natale».
Niente paura. A chi capitasse di leggerlo, non si trova in prossimità di un magico incrocio con il Polo Nord ma solo nelle vicinanze della casa di Mascia Meini (47 anni) e Paolo Francesconi (62) . La coppia di Pozzi anche quest’anno ha addobbato la propria casa, il giardino e l’uliveto con una moltitudine di luci. Una vera e propria opera d’arte, che parte dal muretto di recinzione della proprietà, coinvolge il cancello e si snoda poi tra le varie piante e sculture nel giardino immerso tra gli olivi. Fino ad arrivare alle pareti, alle imposte e al tetto della casa. In totale, più di 80mila luci a led per oltre tre chilometri di luminaria.
«Sono già quattro anni che abbiamo dato sfogo a questa passione – spiega Mascia – nel 2018 il Comune fece partire una gara per la miglior luminaria. Per mio marito Paolo, che è sempre stato un grande amante del Natale e di tutto ciò che ne fa da cornice tanto da aiutare spesso come volontario anche le varie associazioni del territorio nella costruzione dei presepi, è stata l’occasione di sbizzarrirsi. E io l’ho subito affiancato in questa piccola follia natalizia. Da allora ogni anno ricreiamo questo piccolo mondo di festa e luci qui a casa nostra. Sempre modificando e aggiungendo qualche dettaglio in più: alla fine è l’unico “vizio” che ci concediamo».
A fare da ispirazione alla coppia, i due nonni di Capezzano Monte di cui Il Tirreno ha riportato la storia solo pochi giorni fa. «Quello che avevano realizzato ci è piaciuto molto, così visto che anche casa nostra si prestava ad un allestimento simile ci siamo messi d’impegno – racconta Mascia – alla fine ne è nato qualcosa che, quando si avvicina il momento della prima accensione delle luci, attira l’intero vicinato. I più entusiasti? Ovviamente i bambini – ammette – nostra figlia ormai è grande, ma spesso i genitori del circondario portano qui i più piccoli per farli respirare un po’di magia. Per noi è la soddisfazione più grande: Natale significa amore e condivisione». Proprio per questo nel 2020 Mascia e Paolo hanno preferito non allestire la tradizionale luminaria. «Per rispetto alle vittime del Covid – spiega – non ci è venuto naturale».
Gabriele Buffoni
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